Una rivoluzione silenziosa sta prendendo forma negli ambulatori della nostra provincia. Non si tratta di tagli selvaggi o di diktat dall'alto, ma di qualcosa di più raffinato e, se vogliamo, più intelligente:
Mattia Altini, direttore generale dell'AUSL di Modena, ha siglato con i medici di medicina generale un accordo che promette di cambiare le regole del gioco sanitario modenese.
L'arte di prescrivere con saggezza
Il ragionamento alla base è tanto semplice quanto rivoluzionario: perché un medico dovrebbe prescrivere 70 visite urologiche l'anno quando il suo collega, con pazienti simili, se la cava con 30? Non è questione di tirchieria sanitaria, ma di
appropriatezza. Una parola che negli ultimi anni è diventata il mantra di chi cerca di far quadrare i conti della sanità pubblica senza sacrificare la qualità delle cure. L'accordo, siglato con la
FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), parte da un'osservazione tanto banale quanto drammatica: ogni esame inappropriato è un esame sottratto a chi ne ha davvero bisogno. E in tempi di liste d'attesa infinite, questa non è filosofia spicciola ma pura matematica della sopravvivenza.
Il premio della virtù: 1,20 euro per paziente
I numeri parlano chiaro. Dal primo ottobre 2025 al 30 settembre 2026, i medici che manterranno le prescrizioni di
12 tipologie di esami critici - dalle visite specialistiche alle TAC, dalle risonanze alle colonscopie - entro soglie ragionevoli, riceveranno
1,20 euro per ogni assistito. A questi si aggiungono 30 centesimi per chi seguirà le indicazioni del "Catalogo delle Urgenze". Non è il Bengodi, certo, ma è un segnale importante: la virtuosità viene premiata, non solo predicata. E per chi conosce le dinamiche della medicina territoriale, sa che ogni incentivo in più può fare la differenza tra un ambulatorio che funziona e uno che arranca.
La piattaforma digitale: il Grande Fratello benefico
Per rendere tutto questo possibile, l'AUSL ha attivato una
piattaforma digitale che permetterà ai medici di monitorare in tempo reale le proprie prescrizioni e confrontarle con quelle dei colleghi. Una sorta di Grande Fratello sanitario, ma con finalità benefiche: aiutare i professionisti a capire se stanno prescrivendo troppo, troppo poco, o nel modo giusto. Come spiega
Altini:
"L'obiettivo non è indurre i medici a prescrivere indiscriminatamente meno, ma fornire strumenti per prescrivere meglio". Una distinzione sottile ma fondamentale, che segna la differenza tra una politica di tagli e una di ottimizzazione.
Il coraggio di dire di no
C'è un aspetto dell'accordo che merita una riflessione particolare: il coraggio di dire di no al paziente quando l'esame richiesto non è necessario.
Altini lo ammette senza giri di parole:
"È una parte molto difficile della relazione medico-paziente". Eppure è forse questo il punto più delicato e importante dell'intera operazione. In una società dove il paziente-cliente pretende sempre di più, dove Internet ha trasformato tutti in dottori improvvisati, dire "questo esame non serve" richiede una dose di coraggio e di autorevolezza professionale non indifferente.
Un esperimento che guarda lontano
L'accordo modenese, che sarà presentato ufficialmente il
27 novembre in conferenza stampa, rappresenta la prima estensione a livello specialistico e diagnostico di progetti già attivi sulla prescrizione dei farmaci. È, in sostanza, un esperimento che potrebbe fare scuola in tutta la regione. L'alleanza tra AUSL, medici di famiglia e specialisti promette di trasformare quello che spesso è stato un rapporto conflittuale in una collaborazione costruttiva. Non più "noi contro loro", ma tutti insieme per un obiettivo comune: garantire le cure giuste alle persone giuste, nel momento giusto. In tempi di crisi sanitaria permanente, forse è proprio questa la rivoluzione di cui abbiamo bisogno: non meno medicina, ma medicina migliore. E se funzionerà davvero, i cittadini modenesi potrebbero essere i primi a beneficiarne.