La
AUSL di Modena scende in campo per rispondere alle critiche sindacali sui presidi ospedalieri di
Carpi e
Mirandola. Una vicenda che tocca nel vivo le preoccupazioni dei cittadini del nostro territorio, ma che affonda le radici in un problema nazionale ben più ampio.
Il grido d'allarme della Cisl
La
CISL non le ha mandate a dire: gli ospedali di Carpi e Mirandola stanno vivendo un periodo di declino, e la mancanza cronica di personale infermieristico ne è una delle cause principali. Un'accusa pesante che ha costretto l'azienda sanitaria a uscire allo scoperto con una replica articolata.
La risposta dell'AUSL: "Non è colpa nostra"
Daniela Altariva, direttrice assistenziale dell'AUSL modenese, ha voluto chiarire la situazione partendo da un dato di fatto: "La carenza di personale infermieristico è una delle principali emergenze del Servizio Sanitario Nazionale". Non una scusa locale, insomma, ma un dramma che coinvolge tutto il Paese. I numeri parlano chiaro: l'Italia perde circa
10.000 infermieri all'anno e si piazza tra gli ultimi paesi OCSE per rapporto infermieri-abitanti. Nel 2022 erano appena 6,5 ogni mille abitanti, contro una media europea di 9,8. Un divario che fa riflettere, soprattutto quando si parla di territori periferici come il nostro.
Il caso Mirandola: quando i concorsi non bastano
La situazione più critica riguarda
Mirandola. Nonostante gli sforzi, i risultati sono scoraggianti: su 106 candidati chiamati dal concorso pubblico dello scorso agosto, solo 18 hanno accettato l'incarico, di cui appena 4 destinati al presidio mirandolese. Per cercare di rendere più attrattiva la sede, l'AUSL ha attivato un progetto di sostegno abitativo in collaborazione con il
Comune di Mirandola e la
Fondazione Cassa di Risparmio. Finora 9 domande sono state accolte su 10 presentate, un piccolo segnale positivo in un panorama non proprio roseo.
Investimenti e manutenzioni: 4 milioni per ripartire
Non tutto è fermo, però.
Mattia Altini, direttore generale dell'AUSL, ha annunciato un piano di interventi del valore di oltre
4 milioni di euro per riqualificare le principali sedi sanitarie della provincia. Un milione di questi fondi arriva da un apposito fondo manutenzioni cicliche, istituito per la prima volta nel bilancio aziendale. Tra gli interventi più urgenti, il ripristino delle coperture del corpo 6 dell'ospedale carpigiano, proprio dove si trova la centrale di sterilizzazione che di recente ha dato qualche grattacapo.
Problemi contingenti e soluzioni immediate
Sul fronte delle emergenze quotidiane, l'AUSL ha dovuto fare i conti con alcuni episodi specifici: un problema elettrico alla lavaferri della centrale di sterilizzazione (risolto in 24 ore) e il rinvio di 10 colonscopie per l'indisponibilità di un professionista, già riprogrammate. Episodi che, presi singolarmente, potrebbero sembrare marginali, ma che nel loro insieme disegnano un quadro di fragilità che l'azienda sanitaria non nasconde.
Il tavolo interdistrettuale: una speranza concreta
Tra le novità più interessanti c'è l'imminente avvio del
Tavolo interdistrettuale per la sanità nord modenese. Un accordo tra i distretti di
Carpi e
Mirandola per discutere in modo permanente le funzioni e le modalità di integrazione, con l'obiettivo dichiarato di rendere i problemi "risolvibili in modo stabile e duraturo". La bozza di accordo è già stata inviata ai sindaci per le ultime integrazioni. Un segnale che qualcosa si muove, anche se i tempi della burocrazia non sempre coincidono con quelli dell'urgenza sanitaria.
Tra realismo e ottimismo
Altini non nasconde le difficoltà: "Siamo consapevoli di quanto ci è stato consegnato e stiamo lavorando per riportare questi punti a standard adeguati". Ma avverte anche che "le inversioni di marcia richiedono una serie di misure consequenziali e una prospettiva di medio-lungo periodo". Tradotto: pazienza, cari cittadini di Carpi e Mirandola. I miracoli in sanità, come altrove, richiedono tempo. E investimenti. E soprattutto la capacità di attrarre professionisti in un territorio che, per quanto bello e vivibile, non può competere con le luci della grande città. La partita è aperta, tra polemiche sindacali e promesse aziendali. I cittadini, come sempre, aspettano di vedere i fatti. Perché quando si tratta di salute, le parole pesano meno di un termometro rotto.