La sinagoga di Carpi torna a sorridere dopo il terremoto


La sinagoga di Carpi torna a sorridere dopo il terremoto

Finalmente via Rovighi può tirare un sospiro di sollievo. Dopo mesi di lavori per ridare dignità alla sinagoga settecentesca, ora tocca smontare l'impalcatura che ha fatto da cornice a questo delicato intervento di restauro. Ma attenzione, cari carpigiani: martedì 14 e mercoledì 15 ottobre quella strada dovrà rimanere libera come una piazza la domenica mattina. Il Comune di Carpi ha infatti stabilito il divieto di transito dalle 7.30 di martedì mattina fino al tardo pomeriggio di mercoledì. Un piccolo sacrificio necessario per permettere agli operai di smontare in sicurezza il ponteggio che ha abbracciato per settimane la facciata dell'edificio del Settecento, restituendole finalmente il suo aspetto originario. Ma i nostri amministratori, da buoni emiliani, hanno pensato anche ai residenti della zona. Ecco che via San Bernardino da Siena e via Berengario, nei tratti compresi tra via Rovighi e via Trento Trieste, diventeranno temporaneamente a doppio senso di marcia. Una soluzione pratica che permetterà a chi abita in zona di non rimanere prigioniero nel proprio quartiere. Per evitare il caos tipico di questi frangenti, agli incroci saranno presenti dei movieri che regolamenteranno il traffico. Insomma, un po' come ai vecchi tempi, quando bastava alzare una mano per far capire chi doveva passare per primo. Questo intervento di tinteggiatura della facciata rappresenta l'ultimo tassello di un puzzle più ampio: il ripristino dei danni del sisma che nel 2012 ha scosso non solo le fondamenta delle nostre case, ma anche i cuori di tutti noi. La sinagoga, testimone silenziosa di secoli di storia carpigiana, aveva infatti subito lesioni che hanno richiesto un intervento complesso da quasi 400mila euro, finanziato principalmente con i fondi assicurativi del terremoto. Ora, con la facciata ritinteggiata, questo gioiello architettonico situato nel sottotetto del Portico del Grano può tornare a raccontare la sua storia senza vergognarsi delle cicatrici lasciate dal tempo e dalla natura. Perché a Carpi, si sa, anche gli edifici più antichi sanno come rialzarsi dopo una caduta.

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