Novi di Modena si è svegliata questa mattina con l'odore acre del fumo ancora nell'aria. Ieri sera, poco dopo le otto, un capanno agricolo in via Gavello è andato a fuoco, trasformando una serata di inizio novembre in un'emergenza che ha richiesto l'intervento di quindici vigili del fuoco e mezzi provenienti da tre distaccamenti della nostra provincia. La situazione si è fatta subito delicata: all'interno del capanno, oltre ai mezzi agricoli normalmente ricoverati, erano custodite alcune bombole di GPL, quelle che in gergo tecnico chiamano "le bombe" e che fanno tremare i polsi anche ai più esperti. Quando c'è di mezzo il gas liquefatto, l'incendio diventa una questione seria, dove ogni minuto può fare la differenza tra un episodio circoscritto e una tragedia. Il distaccamento di Carpi è stato il primo a partire, seguito a ruota dai colleghi volontari di Mirandola e dalla squadra di San Felice. Un dispiegamento di forze che parla chiaro: due autobotti e tre autopompe serbatoio, una risposta massiccia per un territorio che conosce bene l'importanza della prevenzione e dell'intervento tempestivo, soprattutto quando si tratta di strutture agricole dove spesso si concentrano materiali infiammabili e attrezzature di valore. La fortuna, in una serata che poteva tingersi di nero, è stata che non ci sono stati feriti. Le operazioni di bonifica e messa in sicurezza sono proseguite per ore, con i pompieri impegnati a domare le fiamme e soprattutto a gestire la presenza delle bombole, che in situazioni del genere possono trasformarsi in vere e proprie bombe a orologeria. Novi, frazione che già conosce bene le difficoltà - basti pensare ai danni subiti durante il terremoto del 2012 - dimostra ancora una volta la solidità del sistema di emergenza territoriale. La collaborazione tra i distaccamenti di Carpi, Mirandola e San Felice racconta di un coordinamento che funziona, di uomini e mezzi che sanno lavorare insieme quando la comunità ne ha bisogno. Ora resta da capire le cause del rogo. Nel frattempo, via Gavello torna alla normalità, con gli agricoltori che fanno i conti con i danni e la comunità che ringrazia chi, nella notte, ha lavorato perché tutto finisse nel migliore dei modi possibili.
Le fiamme della notte che mettono paura al territorio