Dove un tempo sorgeva una Delizia Estense, oggi rinasce un parco che custodisce secoli di storia. A Campogalliano sono partiti i lavori di riqualificazione del Parco Le Montagnole, un'operazione che sa di risarcimento verso uno spazio dimenticato troppo a lungo. Non è solo una questione di panchine nuove e sentieri asfaltati. Qui si tratta di restituire dignità a quello che resta dell'antico giardino cinquecentesco degli Estensi, un lembo di terra che ha visto passare carrozze nobiliari e oggi aspetta di rivedere passeggiate di famiglie. Il progetto, che può contare su 30mila euro dalla Fondazione di Modena nell'ambito del bando "Verde Comune 2024", non nasconde le ambizioni: fare del parco il cuore pulsante della vita sociale di Campogalliano. L'amministrazione comunale ha le idee chiare. Non si tratta solo di tagliare l'erba e sistemare i vialetti. Il piano prevede un nuovo percorso che colleghi il parco al borgo storico, quasi a ricucire un legame spezzato dal tempo. E poi c'è quel tocco di poesia: nel punto dove un tempo si ergeva la palazzina nobile, oggi scomparsa, sarà tracciata una citazione simbolica, un modo per far sentire la presenza di ciò che non c'è più. Ma la vera sfida è quella dell'accessibilità. L'area eventi sarà finalmente aperta anche alle persone con disabilità, perché un parco che esclude non è degno di chiamarsi pubblico. Nuove piantumazioni evocheranno i giardini manieristi di un tempo, mentre l'illuminazione LED renderà sicuri anche i passi serali. Campogalliano ha deciso di investire nel proprio passato per costruire il futuro. Il Parco Le Montagnole, che con i suoi spazi verdi rappresenta l'area più estesa del comune, aspetta di tornare a essere quello che era nelle intenzioni originali: un luogo dove la comunità si ritrova, dove le associazioni organizzano eventi, dove i bambini corrono liberi e gli anziani si fermano a chiacchierare. Il cantiere è partito e i cittadini guardano con curiosità i lavori. Forse pensano a quello che sarà, o forse - i più saggi - a quello che era. In fondo, la bellezza di un progetto come questo sta proprio qui: nel far convivere memoria e futuro, nell'idea che un parco non è solo erba e alberi, ma il posto dove una comunità decide di riconoscersi.