Nel calcio, come nella vita, ci sono momenti che trascendono il semplice gioco del pallone. Oggi, a cent'anni esatti dalla nascita di Sandro Cabassi, Carpi si è fermata per ricordare un giovane che non ebbe mai la fortuna di vedere la sua squadra del cuore calcare i palcoscenici che contano, ma che con il suo sacrificio ha dato il nome al tempio del calcio carpigiano. All'ingresso principale dello stadio che porta il suo nome, una delegazione dell'AC Carpi guidata idealmente dal presidente Claudio Lazzaretti ha assistito alla cerimonia che ha visto protagonisti il sindaco Riccardo Righi e il capitano biancorosso Matteo Cortesi. Insieme hanno scoperto la targa commemorativa dedicata al giovane studente carpigiano, caduto a soli 19 anni quando la vita gli stava ancora sorridendo. È stata una di quelle giornate in cui il calcio si ricorda di essere molto più di un semplice sport. Sandro Cabassi non ha mai potuto tifare per il Carpi in Serie B o sognare promozioni impossibili, eppure la sua memoria veglia su ogni partita, su ogni emozione che si vive tra quelle mura. Come ha sottolineato la società biancorossa, la figura di questo giovane eroe continua a vivere non solo nei libri di storia, ma anche attraverso quello stadio che è diventato "Casa" per migliaia di tifosi. In tempi in cui spesso si dimentica il valore della memoria, Carpi dimostra ancora una volta di saper onorare chi ha pagato il prezzo più alto per gli ideali di libertà. E lo fa nel modo più bello possibile: davanti allo stadio dove ogni domenica si coltivano sogni e si alimentano speranze, proprio come faceva quel diciannovenne di cent'anni fa.
Lo stadio Cabassi ricorda il suo giovane eroe: una targa per non dimenticare