Il calcio, si sa, ha questa magia particolare: trasforma quattro mura di cemento in un tempio di emozioni, un semplice prato verde in teatro di sogni. Ma quando il
Carpi apre le porte dello stadio
"Sandro Cabassi" al
Gruppo Svagamente del Centro Salute Mentale cittadino, accade qualcosa di ancora più bello: lo sport diventa ponte, il pallone si trasforma in abbraccio, e quella che normalmente è una fortezza calcistica si apre come una casa accogliente.
Un pomeriggio speciale in biancorosso
Non è stata una visita qualunque quella che ha visto protagonisti i membri del
Gruppo Svagamente, accompagnati dal personale del Centro Salute Mentale di Carpi. No, caro lettore, è stata una di quelle giornate che ti ricordano perché il calcio, quello vero, quello che nasce dalla strada e arriva al cuore della gente, è molto di più di undici giocatori che rincorrono un pallone. I partecipanti hanno potuto toccare con mano l'anima del
Cabassi, visitando gli spazi più rappresentativi della struttura: dagli spogliatoi dove si preparano i nostri beniamini biancorosi, fino ai settori che la domenica si riempiono di voci e speranze. Ma il momento più emozionante? Assistere dal vivo all'allenamento della prima squadra, vedere da vicino quei movimenti che poi, la domenica, diventano spettacolo e passione.
Il calcio come linguaggio universale
Che bella lezione ci ha regalato questa iniziativa! Perché quando il pallone rotola, non esistono barriere, non ci sono diversità che tengano. Esiste solo la magia di stare insieme, di condividere un'emozione, di sentirsi parte di qualcosa di più grande. Il
Gruppo Svagamente ha vissuto per qualche ora il sogno di essere dentro quella macchina meravigliosa che è una società di calcio, respirando l'aria che respirano i campioni.
Enrico Bonzanini, direttore generale dell'AC Carpi, ha colto perfettamente il senso dell'iniziativa:
"La visita odierna del Gruppo Svagamente, allo Stadio 'Cabassi', ci rende orgogliosi. Si inserisce di diritto nella serie di iniziative che – in continuità con quelle realizzate in queste stagioni con Casa delle Farfalle, Cooperativa Nazareno, Centro Arcobaleno e CRA Cisa – testimoniano quanto l'AC Carpi voglia permeare nella Città, nei territori limitrofi e nella propria comunità, tramite – fra le altre – attività virtuose, dedicate al sociale e all'inclusività." Una tradizione che continua
Non è la prima volta che il
Carpi dimostra di avere il cuore grande quanto le ambizioni sportive. Le collaborazioni con Casa delle Farfalle, Cooperativa Nazareno, Centro Arcobaleno e CRA Cisa testimoniano un impegno costante verso chi ha più bisogno, verso chi cerca nel calcio non solo divertimento, ma anche speranza e appartenenza. Questo è il
Carpi che amiamo, cari lettori: quello che non dimentica mai le proprie radici, che sa guardare oltre il risultato della domenica per costruire qualcosa di duraturo nella nostra comunità.
Lo sport che unisce, il calcio che include
Ecco la vera vittoria del
Carpi: aver trasformato il
Cabassi non solo in uno stadio, ma in un simbolo di accoglienza e inclusione. Perché il calcio, quando è fatto bene, quando è vissuto con il cuore e non solo con la testa, ha questo potere straordinario: unisce le persone, abbatte le differenze, crea ponti dove altri vedono muri. Il
Gruppo Svagamente ha lasciato il
Cabassi con negli occhi la luce di chi ha vissuto qualcosa di speciale, e noi carpigiani possiamo essere orgogliosi di una società che sa essere tanto competitiva in campo quanto generosa fuori. Perché alla fine, cari amici, questo è il calcio che conta: quello che sa fare goal anche nel cuore delle persone. Una domenica qualunque, quando torneremo tutti sugli spalti del
Cabassi a tifare i nostri beniamini, ricordiamoci di questo pomeriggio speciale. Ricordiamoci che in quello stesso stadio, sotto quella stessa curva, il calcio ha dimostrato ancora una volta di essere molto di più di un semplice gioco.