Un viaggio negli "Orizzonti lontani" del grande maestro della fotografia
Steve McCurry torna a far parlare di sé in
Emilia-Romagna. Dal
22 novembre al
12 aprile,
Palazzo Pigorini a
Parma ospita "Orizzonti lontani", una mostra che promette di essere un evento culturale di primo piano per tutta la regione, con inevitabili riflessi anche sui circuiti artistici di
Carpi e della
Pianura Padana.
La curatrice e la filosofia dell'esposizione
A orchestrare questo percorso nell'universo visivo di
McCurry è
Biba Giacchetti, esperta conoscitrice del lavoro del fotografo americano e curatrice già protagonista di importanti mostre dedicate al maestro. La sua scelta curatoriale è audace: niente cronologie, niente geografie. Le fotografie dialogheranno per "affinità di soggetti, emozioni e atmosfere", cercando quei fili invisibili che uniscono l'umanità al di là delle distanze.
Il volto simbolo e quarant'anni di carriera
Non poteva mancare lei, la
ragazza afghana dagli occhi verdi.
Sharbat Gula, questo il suo vero nome scoperto solo nel 2002, divenne il volto simbolo del dramma afghano quando la sua immagine apparve sulla copertina di
National Geographic nel giugno 1985. Quella fotografia, scattata nel 1984 in un campo profughi di
Peshawar, trasformò una bambina di dodici anni in un'icona planetaria. La mostra raccoglie il meglio di oltre
quarant'anni di carriera di
McCurry: scatti dal
Sud-Est asiatico, dalla
Cina, dal
Sud America e da ogni angolo del mondo dove il fotografo ha saputo catturare l'essenza umana più profonda.
La filosofia del viaggiatore-fotografo
"Ho imparato a essere paziente", confessa
McCurry. "Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te". Una lezione di umanità prima ancora che di tecnica fotografica. Per questo instancabile viaggiatore, il movimento non è solo mestiere ma filosofia di vita: "Il solo fatto di viaggiare e conoscere culture diverse mi dà gioia e una carica inesauribile". Parole che risuonano particolarmente significative in un momento storico in cui la curiosità verso l'altro sembra spesso soccombere alla paura.
Un palazzo con storia per una mostra d'autore
Palazzo Pigorini non è una sede casuale. Questo edificio settecentesco ha ospitato il poeta
Angelo Mazza e l'esploratore
Vittorio Bottego, come ricordano le lapidi sulla facciata. Il piano nobile, affrescato da
Francesco Scaramuzza nell'Ottocento, offre una cornice d'eccezione per i capolavori di
McCurry. La mostra rappresenta un'occasione unica per gli amanti della fotografia di
Carpi e provincia di immergersi nell'universo visivo di uno dei più grandi narratori per immagini del nostro tempo, a pochi chilometri da casa. Ogni volto ritratto da
McCurry è "un concentrato di storie, emozioni, dolore, speranza, paura e bellezza" - un viaggio nell'anima umana che non lascia indifferenti.