Quando Michele Iacomino ha cominciato a pedalare per Carpi, spesso si fermava davanti ai cancelli del Campo di Fossoli. E ogni volta aveva la sensazione di essere osservato da qualcuno dietro quella recinzione. Una sensazione che non lo abbandonava mai, quella di chi sa che dietro quei fili di ferro c'erano state vite spezzate, sogni interrotti, storie che meritavano di essere raccontate. Così è nato "Inseguendo la libertà", un progetto che ha qualcosa di poetico nella sua follia: percorrere in bicicletta 1.500 chilometri attraverso l'Europa, da Auschwitz-Birkenau fino al nostro Campo di Fossoli. Un viaggio che rievoca quello di ritorno di Primo Levi descritto ne "La Tregua", ma con una missione particolare: ricordare gli sportivi vittime del nazifascismo. Sabato 11 ottobre, intorno alle 11, questo carpigiano di quarant'anni arriverà ai cancelli del Campo dopo aver attraversato Polonia, Austria, Germania e Italia. Non sarà solo: al suo fianco Roberta Gibertoni di Pro Forma Memoria e il regista Nicola Nannavecchia, che documenterà tutto il percorso. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Fossoli e dal centro studi Tapigreco, ha toccato cinque memoriali cruciali: Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e Gusen, Dachau, Bolzano-Gries e infine la nostra Fossoli. Ogni tappa una storia, ogni pedalata un ricordo che torna a galla. Manuela Ghizzoni, presidente della Fondazione Fossoli, e l'assessore alla Cultura Giuliano Albarani hanno colto nel segno commentando l'iniziativa: "L'operazione di Iacomino è davvero interessante perché unisce due mondi che raramente si pensano insieme: quello dello sport e quello della memoria". E hanno ragione. Perché la memoria non può essere solo affare da specialisti o lezione per i giovani. È un dovere quotidiano di tutti noi, cittadini di questa terra che ha visto passare treni carichi di speranze spezzate. Ma la storia non finisce con l'arrivo di Michele. Il Campo ospiterà dal 15 novembre al primo febbraio 2026 la mostra itinerante "Sport, sportivi e Giochi Olimpici nell'Europa in guerra (1936-1948)", realizzata dal Mémorial de la Shoah di Parigi. E le scuole del territorio parteciperanno attivamente, perché anche i nostri ragazzi diventino custodi di questa memoria. Chi vuole seguire il viaggio di Iacomino può farlo sui suoi profili social. Ma forse la cosa più importante è quello che succederà dopo, quando quelle storie di sportivi perseguitati entreranno nelle aule delle nostre scuole. Perché la memoria, come dice la Fondazione Fossoli, non è solo conoscenza del passato, ma la chiave per vivere più consapevolmente il presente e progettare un futuro di speranza.