Monopattini sotto controllo: cento multe in nove mesi a Carpi


Monopattini sotto controllo: cento multe in nove mesi a Carpi

La matematica non mente: cento multe in nove mesi per chi usa i monopattini elettrici senza rispettare le regole. È il bilancio che emerge dai controlli della Polizia Locale dell'Unione delle Terre d'Argine, numeri che raccontano una storia fatta di piccole infrazioni quotidiane ma anche di una città che cerca di trovare il giusto equilibrio tra innovazione e sicurezza. La classifica delle infrazioni ha un vincitore assoluto: 89 multe per chi girava senza casco, segno che molti carpigiani considerano ancora questo accessorio più un optional che una necessità. Seguono le situazioni più fantasiose: sei verbali per chi ha trasformato il proprio monopattino in un mezzo di trasporto familiare o per la spesa, due sanzioni per minorenni under 14 che si sono avventurati sulle strade cittadine, altre due per chi ha scelto marciapiedi o senso contrario come percorso alternativo, e una per l'automobilista del monopattino che ha sfidato i 50 chilometri orari. Il Comando di Polizia Locale non ha intenzione di mollare la presa. L'obiettivo è duplice: garantire la sicurezza di tutti - dai conducenti ai pedoni, passando per ciclisti e automobilisti - senza però scoraggiare questa forma di mobilità sostenibile che sta conquistando le strade di Carpi. Una linea che potremmo definire "pugno di ferro in guanto di velluto", tipicamente emiliana. Intanto in Consiglio comunale si discute di tutt'altro: il caso aMo, l'Agenzia per la mobilità di Modena finita nella bufera per un buco da oltre 500mila euro. Annalisa Arletti, consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d'Italia a Carpi, non usa mezzi termini e accusa la maggioranza di immobilismo. Dopo le dimissioni dell'assessore Alessandro Di Loreto lo scorso luglio, le deleghe di urbanistica e trasporti navigano senza una guida politica precisa, una situazione che secondo l'opposizione richiede risposte immediate. Due facce della stessa medaglia: da una parte la micromobilità che cresce ma deve fare i conti con le regole, dall'altra la grande mobilità che si arena tra scandali e poltrone vuote. Carpi, come sempre, cerca la sua strada.

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