La seduta del 2 ottobre del Consiglio comunale di Carpi si è trasformata in un'arena di scontri politici epici che hanno tenuto banco fino a oltre mezzanotte. Due temi esplosivi hanno dominato l'aula: lo scandalo AMO con l'ammanco di mezzo milione di euro e le mozioni sulla guerra in Palestina. Il risultato? Un clima da Far West democratico che ha mostrato tutte le contraddizioni della politica locale. La surroga con il sorriso dell'aceto La serata è iniziata con un tocco di ironia che solo Carpi sa regalare. Giorgio Verrini, medico in pensione ha fatto il suo ingresso in Consiglio comunale sostituendo il dimissionario Marco Di Nardo, e titolare della birreria "Nonno Pep", nelle file di Carpi a Colori. Con la sua proverbiale autoironia, Verrini ha confessato la vera ragione della sua accettazione: "Ogni cinque anni di consigliatura regalano un botticino di aceto e io ne ho due, volevo assolutamente averne un altro". Un esordio che ha strappato sorrisi e ha mostrato come, nonostante tutto, lo spirito carpigiano riesca ancora a sdrammatizzare. AMO: lo scandalo che non passa Ma l'atmosfera si è rapidamente incupita quando si è arrivato al caso AMO, l'Agenzia per la Mobilità di Modena dove sono "spariti" oltre 500.000 euro. Due mozioni contrapposte hanno messo a nudo le fratture politiche: da una parte Fratelli d'Italia che chiede azioni concrete e costituzione di parte civile, dall'altra la maggioranza PD-AVS che predica cautela garantista. Federica Carletti di Fratelli d'Italia non ha usato mezzi termini: "È un completo fallimento del sistema di gestione delle risorse pubbliche. Chi doveva controllare non ha controllato". E ha puntato il dito sulle dimissioni a catena che hanno coinvolto figure del PD modenese, dall'ex amministratore unico Stefano Reggianini all'ex assessore carpigiano Alessandro Di Loreto. La replica della maggioranza, affidata alla consigliera Meschieri, ha rivendicato la tempestività delle azioni: "È stato Reggianini del PD ad aprire il vaso di Pandora, denunciando quanto scoperto". Ma le accuse di "immobilismo" e "conflitti d'interesse" hanno continuato a volare. Il sindaco Riccardo Righi ha perso la pazienza quando ha sentito parlare di "corresponsabilità" dell'ex assessore Di Loreto: "È vergognoso fare accuse a persone che non hanno neanche ricevuto un avviso di garanzia. Ricordatevi il ruolo che ricoprite, ricordiamoci il peso che diamo alle parole". Palestina: quando la geopolitica arriva a Palazzo Sacchetti Se il caso AMO ha scaldato gli animi, le mozioni su Israele e Palestina li hanno fatti esplodere. Anche qui, due visioni contrapposte: il PD che chiede il riconoscimento immediato dello stato palestinese e sanzioni economiche, Fratelli d'Italia che preferisce la via diplomatica tradizionale. Riccardo Martino (PD) ha parlato di "genocidio trasmesso in diretta", mentre Claudio Cortesi (Lega) ha replicato duramente: "Parliamo di 4 miliardi di esportazioni verso Israele. Chi andrà a spiegare i licenziamenti con la bandiera palestinese?" Il momento più toccante è arrivato dalla consigliera Monica Medici (Carpi Civica), che con la voce rotta dall'emozione ha detto: "Mio nipote di 4 anni mi ha chiesto perché esistono persone così cattive. Non sono riuscita a rispondergli. Basta, basta, basta con questi bambini che muoiono". I numeri della divisione Al momento del voto, le spaccature si sono cristallizzate. La mozione di Fratelli d'Italia su AMO è stata respinta (7 favorevoli, 14 contrari, 2 astenuti), mentre quella della maggioranza è passata (14 favorevoli, 7 contrari, 3 astenuti). Sulla Palestina, la mozione PD ha ottenuto l'approvazione, mentre quella di Fratelli d'Italia è stata bocciata. L'Eco del dopo Quello che è andato in scena al Consiglio comunale di Carpi è lo specchio di un Paese diviso, dove anche le questioni internazionali finiscono per essere filtrate attraverso le lenti della politica locale. La lunga notte di dibattiti ha mostrato come, dietro i formalismi istituzionali, si nascondano passioni autentiche ma anche calcoli di parte. Resta il fatto che, mentre a Carpi si discuteva, da qualche parte nel mondo qualcuno continuava a soffrire. E forse è proprio questo il senso ultimo di una democrazia che, nel bene e nel male, non smette mai di interrogarsi.
Notte di fuoco in Consiglio: tra scandali e guerre, Carpi si spacca