Pavarotti conquista Casalecchio: quando la cultura fa sul serio


Pavarotti conquista Casalecchio: quando la cultura fa sul serio

La Fondazione Luciano Pavarotti si è aggiudicata la gestione del Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno, strappando il testimone ad Ater Fondazione dopo undici stagioni consecutive. Una mossa che promette di scuotere il panorama culturale dell'area metropolitana bolognese con un cartellone che farebbe invidia ai teatri più blasonati. Nicoletta Mantovani, presidente della Fondazione e vedova del tenore modenese, ha presentato insieme al sindaco Matteo Ruggeri un programma multidisciplinare che celebra il nome del "tenorissimo" senza cadere nella retorica nostalgica. "Caro Teatro ti scrivo" - con un omaggio a Lucio Dalla che non poteva mancare - è il titolo di una stagione che promette di abbattere gli steccati tra generi musicali e pubblici diversi. Il teatro diventerà la casa dell'Orchestra Pavarotti, neonata formazione diretta da Matteo Parmeggiani che debutterà il 10 ottobre con un concerto per il novantesimo anniversario della nascita del tenore. Sul palco anche la Corale Rossini, dove cantarono "i due Pavarotti", padre e figlio - un dettaglio che aggiunge poesia a una serata già carica di significato. Ma è la filosofia di fondo a colpire: "Luciano amava i ponti e non i muri", ha spiegato la Mantovani, annunciando concerti che spaziano da Andrea Griminelli (18 dicembre) a Beppe Vessicchio, il direttore televisivo che curerà due appuntamenti dedicati a Tosti e al cantautorato bolognese. Una scelta coraggiosa che dimostra come la cultura alta possa dialogare con quella popolare senza perdere credibilità. La prosa non è da meno: Edoardo Prati aprirà le danze il 29 novembre, seguito dal Teatro dell'Argine con "Pseudologia Fantastica" e dagli irresistibili Oblivion. La danza arriverà ad aprile con il Balletto di Roma e "Astor. Un secolo di Tango", omaggio a Piazzolla che conferma l'apertura internazionale del progetto. Per noi carpigiani, abituati a fare i conti con un'offerta culturale spesso frammentaria, questo cambio di gestione rappresenta un esempio di come si possa valorizzare un patrimonio artistico senza scadere nel campanilismo. La Fondazione Pavarotti ha dimostrato di saper guardare oltre i confini provinciali, creando sinergie con il Teatro Duse e la Scuola dell'Opera del Teatro Comunale di Bologna. Il Teatro Laura Betti diventa così un laboratorio interessante: riuscirà questa operazione a dimostrare che la cultura può essere insieme popolare e raffinata, locale e universale? L'appuntamento è per ottobre, quando i fatti sostituiranno le promesse.

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