Non è facile tenere in equilibrio le esigenze di tutti in quello spazio del cuore che è piazza Garibaldi. Da una parte i ristoratori con i loro tavolini all'aperto, dall'altra chi vuole passeggiare senza fare lo slalom tra bicchieri e tovaglie. E nel mezzo, come sempre, il Comune che prova a mettere d'accordo tutti. L'ultima volta che avevano ridisegnato la mappa degli spazi per i dehors era ai tempi del Covid, quando il mondo sembrava finire il 31 maggio 2021. Da allora, però, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: è arrivato il nuovo Regolamento dei dehors, poi il Piano Urbanistico Generale e pure il Regolamento edilizio comunale. Insomma, la vecchia mappa aveva fatto il suo tempo. Gli uffici tecnici del Comune si sono quindi rimboccati le maniche, prendendo come bussola due principi sacrosanti. Il primo: i tavolini non devono trasformare la piazza in un percorso a ostacoli per chi ci cammina, e soprattutto non devono intralciare i mezzi di soccorso. Il secondo riguarda l'inquinamento acustico: per ogni area la Giunta potrà concedere deroghe ai limiti di rumore, perché valorizzare gli spazi è importante, ma senza svegliare il vicinato alle due di notte. Il risultato di questo lavorio? Una sforbiciata significativa: si passa da 559 a 449 metri quadrati complessivi dedicati ai dehors. Centodieci metri in meno che forse faranno storcere il naso a qualche ristoratore, ma che restituiscono respiro alla "piazzetta" e alle orecchie di chi ci vive attorno. La nuova mappatura ha dovuto fare i conti con tutto l'arredo urbano che caratterizza piazza Garibaldi: le fioriere che fioriscono quando vogliono loro, le panchine dove si siedono gli anziani a commentare il mondo, i lampioni che hanno visto passare generazioni di carpigiani, i fittoni che sembrano piantati lì dall'età della pietra e, naturalmente, l'intoccabile giostra che da sempre fa girare i bambini e i ricordi. Le aree destinate ai dehors sono ora otto, di metrature diverse, quattro delle quali includono uno spazio di rispetto di quattro metri lineari dal fronte del portico est, una sorta di corsia preferenziale per le emergenze. Perché quando serve, bisogna che ambulanze e vigili del fuoco possano passare senza dover chiedere il permesso a nessun ombrellone. È un compromesso, come spesso accade quando si deve far convivere il commercio con la vivibilità. La piazza Garibaldi di domani avrà meno tavolini ma più spazio per tutti, meno decibel ma più armonia. E forse, alla fine, è proprio quello che serve a una piazza che vuole rimanere il salotto buono di Carpi.