L'accordo che fa discutere
È bastato un accordo tra
Ausl di Modena e i
medici di medicina generale per scatenare un vespaio di polemiche. Al centro della questione, un sistema di incentivi che premia i dottori di famiglia che mantengono le prescrizioni entro certi parametri: fino a
1.800 euro all'anno per chi non supera del 25% le prescrizioni del 2024. Ma quello che doveva essere uno strumento per garantire l'appropriatezza delle cure si è trasformato, secondo alcuni, in un "pagamento per non prescrivere".
La difesa di Dante Cintori
Dante Cintori, Segretario Provinciale della
Fimmg di Modena, non ci sta. "Chi parla di 'incentivi per non prescrivere' o non ha letto l'accordo o, ancor più grave, cerca di speculare sulla salute dei pazienti alterando la realtà", tuona il rappresentante sindacale. Le parole sono dure, ma la sostanza del problema è seria: c'è chi vede nell'accordo una pericolosa deriva economicista della medicina.
Prescrizioni indotte: il nodo da sciogliere
Il cuore della questione, spiega
Cintori, non è la riduzione delle prescrizioni, ma il loro riordino. L'accordo permetterà finalmente di distinguere le "
prescrizioni indotte" - quelle richieste dagli specialisti - da quelle direttamente valutate dal medico di famiglia. Un sistema che dovrebbe fare chiarezza su chi prescrive cosa e perché. "I medici di famiglia continueranno a prescrivere tutti gli esami e le prestazioni necessari", assicura il sindacalista. "Lo faranno come sempre, conoscendo la storia clinica, e spesso anche personale, di ciascun assistito". Una rassicurazione che cerca di spegnere i timori dei pazienti carpigiani e dell'intera provincia.
Il rischio della semplificazione
Ma è proprio qui che
Cintori vede il pericolo maggiore: "Si alimenta il sospetto, si semplifica il complesso". Il timore è che la narrazione pubblica trasformi un accordo tecnico in una guerra tra medici tirchi e pazienti bisognosi di cure. Una semplificazione che rischia di minare il rapporto di fiducia, quello stesso rapporto che da sempre caratterizza la medicina di prossimità. Il sindacalista lancia anche un allarme più grave: questa retorica "rischia di alimentare un clima di diffidenza incoraggiando ancor più episodi di aggressione ai danni dei medici". Un riferimento non casuale, in tempi in cui gli ambulatori dei medici di famiglia diventano troppo spesso teatro di tensioni.
Tra numeri e umanità
L'accordo prevede incentivi per dodici tipologie di prestazioni: dalle visite specialistiche alle
Tac, dalle
risonanze magnetiche alle
gastroscopie. Il criterio è l'appropriatezza, quella parola magica che dovrebbe garantire che le risorse vadano "alle persone giuste, quelle che ne hanno bisogno", come spiega il direttore generale dell'Ausl
Mattia Altini. Ma dietro ogni prescrizione c'è una storia umana, una preoccupazione, spesso una paura. E i medici di Carpi, come quelli di tutta la provincia, si trovano a dover bilanciare l'appropriatezza clinica con l'ascolto delle ansie dei loro pazienti. Non è un equilibrio semplice, soprattutto quando a complicare le cose ci si mette anche il "dottor Google" che alimenta richieste di esami non sempre necessari.
L'appello finale
Dalla
Fimmg arriva un appello accorato: non strumentalizzare accordi che nascono per valorizzare il lavoro dei medici e offrire ai cittadini un'assistenza migliore. Un invito al dialogo, alla comprensione, alla fiducia reciproca. Perché alla fine, dietro ogni prescrizione e ogni accordo, c'è sempre la stessa cosa: la salute delle persone. E questa, almeno su questo tutti dovrebbero essere d'accordo, non ha prezzo.