Quando i diritti diventano un lusso: rivolta alla Cortenova


Quando i diritti diventano un lusso: rivolta alla Cortenova
Il 12 dicembre 2024 i corridoi della Casa di Riposo Cortenova di Novi di Modena risuonano di un silenzio diverso. Non è quello della quiete, ma quello della protesta. Le operatrici e gli operatori hanno alzato la testa dopo sette mesi di trattative che sanno più di muro contro muro che di dialogo costruttivo.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

Sette mesi. Centottanta giorni di confronti con la cooperativa La Pineta per ottenere quello che dovrebbe essere scontato: sapere quando si lavora e avere trasparenza sui propri diritti. Il S.I.Cobas racconta una storia che sa di amarezza: si chiedevano solo il superamento della banca ore e i fogli presenza da allegare alle buste paga. Roba da manuale di diritto del lavoro, eppure...

Quando il profitto conta più delle persone

"Ogni margine di profitto viene costruito spremendo chi lavora" - questa la denuncia che arriva dal sindacato. E mentre i lavoratori chiedono dignità, ai cittadini vengono proposti servizi sempre più cari e sempre meno efficienti. Un cortocircuito che tocca il cuore pulsante della nostra società: chi si prende cura di chi ha più bisogno.

La battaglia oltre i confini di Novi

Non è solo una questione locale, questa che coinvolge la Cortenova. È lo specchio di un fenomeno che attraversa tutto il paese: la privatizzazione della cura che avanza mentre i diritti dei lavoratori retrocedono. Le operatrici e gli operatori di Novi hanno deciso di non essere "manodopera sacrificabile", come recita il comunicato sindacale.

Il paradosso della cura

C'è un'ironia amara in tutto questo: chi dedica la vita a prendersi cura degli altri si trova a dover lottare per vedere riconosciuta la propria dignità professionale. La qualità del lavoro nella sanità - sottolinea il sindacato - è la condizione essenziale per garantire un servizio degno di questo nome.

Un esempio da seguire

Il S.I.Cobas invita alla solidarietà, perché questa mobilitazione rappresenta qualcosa di più importante di una semplice vertenza aziendale. È la dimostrazione che organizzarsi è ancora possibile, che i diritti non sono merce di scambio e che solo attraverso la lotta collettiva si può invertire una tendenza che rischia di travolgere tutto il sistema socio-assistenziale. In fondo, come spesso accade, sono i più fragili - anziani che hanno bisogno di cure e lavoratori che chiedono dignità - a pagare il prezzo più alto di un sistema che antepone il bilancio al benessere. Ma quando qualcuno dice "basta", forse c'è ancora speranza per tutti noi.
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