La scorsa settimana, nel silenzio di una fredda sera di novembre, si è consumato uno di quegli episodi che raccontano più di mille discorsi sulla solidarietà. Nel Consiglio Comunale del 13 novembre,
Linda Oliviero, consigliera del Pd e voce attenta della maggioranza, ha portato all'attenzione dell'aula una realtà che spesso sfugge ai riflettori: quella dei
Minori Stranieri Non Accompagnati che trovano rifugio nella nostra città.
I numeri che raccontano una storia
I dati parlano chiaro e disegnano il profilo di una sfida in crescita. Dai
10 ragazzi del 2022 siamo passati ai
23 del 2023, fino ad arrivare ai
27 di quest'anno. E nei primi nove mesi del 2025 sono già
16 i giovani che hanno bussato alla porta di Carpi, cercando non solo un letto dove dormire, ma una possibilità di futuro. Dietro questi numeri freddi si nascondono storie di viaggi difficili, di speranze e di una comunità che ha deciso di non voltare le spalle. Quando il
31 agosto la struttura Minotauro ha chiuso i battenti per ragioni di sostenibilità economica, il Comune si è trovato a dover ricollocare
7 ragazzi in tempi rapidissimi. Un'operazione delicata che ha messo alla prova la macchina organizzativa locale.
La rete che non si vede ma funziona
L'assessora Calzolari ha saputo tessere una tela di relazioni che oggi rappresenta un modello. Non solo è riuscita a trovare posti in strutture autorizzate a costi inferiori alla media regionale, ma ha costruito una rete che coinvolge scuole, servizi sociali, comunità educative e quella perla preziosa che è la
Rete delle famiglie accoglienti. "
Mi preme sottolineare due aspetti positivi", ha commentato
Linda Oliviero con quella passione che la contraddistingue. "
Il primo è che l'Amministrazione ha gestito in maniera efficace le risorse per rispondere alle necessità. L'altro elemento che vorrei evidenziare è la rete che si è stati capaci di costruire tra Comune, Terzo settore e scuole del territorio".
Il welfare che funziona dal basso
È proprio qui che si vede la differenza tra una burocrazia che amministra e una comunità che accoglie. Le
famiglie accoglienti carpigiane non sono solo una voce di bilancio, ma il cuore pulsante di un welfare territoriale che sa guardare negli occhi chi ha bisogno.
Il braccio di ferro con Roma
Ma c'è un altro aspetto della vicenda che merita attenzione, e riguarda quel rapporto sempre complicato tra periferia e centro, tra chi opera sul territorio e chi decide nelle stanze del potere.
L'Unione Terre d'Argine si ritrova con un credito di quasi
715 mila euro nei confronti dello Stato per i rimborsi richiesti tra il 2023 e il 2025. È stata necessaria una mobilitazione congiunta degli enti territoriali e dell'
ANCI per convincere il
Ministero degli Interni a fare marcia indietro sulla sua iniziale decisione di non coprire le spese. Un dietrofront che, come sottolinea la nota del Pd, "
è la prova concreta che dai territori e dalle amministrazioni locali possono partire iniziative che cambiano politiche nazionali ingiuste".
L'incognita del domani
Resta però un'ombra sul futuro: "
Rimane ancora un'incognita sul finanziamento dei prossimi anni", ammettono dalla maggioranza. È il problema di sempre: costruire progetti a lungo termine su finanziamenti incerti, pianificare l'accoglienza senza sapere se ci saranno le risorse.
Una sfida che continua
Mentre scriviamo queste righe, da qualche parte nel mondo ci sono altri ragazzi che stanno attraversando deserti e mari per arrivare fino a noi. Alcuni di loro busseranno anche alle porte di Carpi, portando con sé le loro storie e le loro speranze. La domanda non è se arriveranno - arriveranno. La domanda è se saremo pronti, se avremo conservato quella capacità di fare rete che oggi ci rende orgogliosi. Perché, alla fine, è proprio questo il senso profondo della politica locale: riuscire a trasformare i numeri in volti, le emergenze in opportunità, la paura in accoglienza. E
Linda Oliviero, con la sua interrogazione, ci ha ricordato che tutto questo non è solo possibile, ma necessario. Perché una comunità si misura non da come tratta i suoi cittadini più fortunati, ma da come accoglie i suoi ospiti più fragili.