Quando i numeri raccontano una tragedia italiana


Quando i numeri raccontano una tragedia italiana

Il peso dell'azzardo sulla nostra comunità

Daniela Depietri non ha usato mezzi termini quando ha commentato i dati che fanno rabbrividire: 45 milioni di euro finiti nelle fauci del gioco d'azzardo solo nel 2024, solo tra Carpi, Novi di Modena e Soliera. Una cifra che fa male solo a pronunciarla, ma che diventa ancora più amara quando pensiamo alle famiglie che ci stanno dietro, ai sogni infranti, alle vite rovinate.

La proposta che fa indignare

Come se non bastasse questo scenario già drammatico, ecco spuntare dall'aula parlamentare una proposta che ha dell'incredibile: un parlamentare di Forza Italia ha pensato bene di presentare un emendamento alla Legge di Bilancio per abolire il divieto di pubblicità indiretta del gioco d'azzardo. Quel divieto che nel 2018 il Decreto Dignità aveva introdotto proprio per proteggere i cittadini dalle tentazioni pubblicitarie delle slot e delle scommesse. "Un tentativo vergognoso di favorire le lobby dell'azzardo", ha tuonato la segretaria del Partito democratico carpigiano, con parole che non lasciano spazio a interpretazioni. E francamente, viene da darle ragione: in un momento in cui i dati locali gridano vendetta, pensare di riaprire le porte alla pubblicità dell'azzardo sembra davvero una provocazione.

I numeri che fanno paura

Dietro quei 45 milioni di euro bruciati nel nostro territorio c'è molto più di una statistica. C'è il costo umano di chi perde tutto, il costo sociale delle famiglie distrutte, il costo collettivo di una dipendenza che lo Stato dovrebbe combattere, non alimentare. Federconsumatori, con il suo prezioso lavoro di monitoraggio, ci ha regalato l'ennesima fotografia di un'Italia che si sta giocando letteralmente il futuro. I giovani sono sempre più vulnerabili, sempre più nel mirino di chi su questa debolezza ci costruisce imperi economici. E mentre i numeri crescono, mentre le dipendenze si moltiplicano, c'è chi pensa di togliere anche quelle poche barriere che ancora resistono.

L'appello alla responsabilità

"Lo Stato non può essere complice di chi lucra sulla salute dei cittadini", ha concluso Depietri con una frase che dovrebbe essere scritta a caratteri cubitali in ogni palazzo del potere. Perché è vero: non si fa cassa sulla vita delle persone, e le vite stravolte dal gioco sono fin troppe. L'appello lanciato dalla segretaria del Pd carpigiano non è solo una questione di parte: è un grido d'allarme che dovrebbe unire tutte le forze politiche responsabili. Il problema è serio, i dati lo dimostrano, e serve investire sulla prevenzione, non sulla liberalizzazione della pubblicità.

Una riflessione necessaria

Quando parliamo di 45 milioni di euro persi in giochi e scommesse in tre comuni della nostra provincia, non stiamo parlando di numeri astratti. Stiamo parlando di famiglie che non arrivano a fine mese, di giovani che iniziano a scommettere pensando di risolvere i loro problemi e finiscono per crearsene di peggiori, di anziani raggirati da slot machine colorate e promesse di vincite facili. Forse è ora di smettere di voltare la testa dall'altra parte e di iniziare a chiamare le cose con il loro nome: il gioco d'azzardo, quando diventa patologia, è una piaga sociale che distrugge più di quanto costruisca. E chi propone di facilitarne la diffusione dovrebbe spiegarlo alle mogli, ai mariti, ai figli di chi ha perso tutto puntando sulla fortuna.
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