Quando il calcio indossa il rosso della coscienza civile


Quando il calcio indossa il rosso della coscienza civile
Il calcio può essere molte cose: passione, tifo, sport, ma anche veicolo di messaggi importanti. E quando la Serie C decide di tingere di rosso le fasce dei capitani dal 21 al 24 novembre, ecco che il pallone diventa testimone di una battaglia che va ben oltre i novanta minuti di gioco.

Un simbolo che non passa inosservato

Per il terzo anno consecutivo, la Lega Pro ha scelto di caratterizzare la giornata del campionato in coincidenza con il 25 novembre, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne. Non si tratta di una semplice iniziativa di facciata: dalle tribune di Carpi a quelle delle altre ventinove città coinvolte, tutti i capitani porteranno al braccio quella fascia rossa che dice "no" con forza e determinazione. Il nostro capitano carpigiano scenderà in campo nella 15ª giornata di Serie C Sky Wifi con quel segno distintivo che trasforma il rettangolo verde in una tribuna della coscienza civile. Perché se è vero che il calcio muove passioni, è altrettanto vero che può muovere le coscienze.

Oltre i novanta minuti

Ma l'iniziativa non si ferma al gesto simbolico. I led a bordocampo si tingeranno dello stesso rosso delle fasce, la fonica dello stadio amplifierà il messaggio, e i social media faranno da cassa di risonanza per raggiungere quei milioni di tifosi, appassionati e spettatori che ogni weekend seguono le vicende della Serie C. È questo l'aspetto più interessante della campagna: l'idea che il calcio possa essere davvero quel linguaggio universale capace di arrivare dove altre forme di comunicazione faticano ad arrivare. Quando un capitano indossa quella fascia rossa, sta parlando a un pubblico trasversale, fatto di padri e figli, di giovani e meno giovani, tutti uniti dalla passione per il pallone ma chiamati a riflettere su un tema che riguarda tutta la società.

Carpi in prima linea

Il Carpi Calcio aderisce con convinzione a questa iniziativa, dimostrando ancora una volta come il club biancorosso sappia interpretare il proprio ruolo non solo sportivo ma anche sociale sul territorio. In un momento storico in cui i numeri della violenza di genere continuano a essere drammaticamente alti, ogni gesto conta, ogni simbolo può fare la differenza. Quella fascia rossa al braccio del nostro capitano rappresenta la voce di una comunità intera, quella carpigiana, che dice no alla violenza e sì al rispetto. Perché se è vero che il calcio ci insegna che si può perdere con dignità, è altrettanto vero che ci ricorda che alcune battiglie non si possono permettere di essere perse. La partita più importante, quella contro la violenza sulle donne, non si gioca solo sul campo ma ogni giorno, in ogni gesto, in ogni parola. E se una fascia rossa può contribuire a sensibilizzare anche una sola persona, allora il calcio avrà segnato il gol più bello della stagione.
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