Quando la memoria diventa arte: l'Emilia che rinasce attraverso l'obiettivo


Quando la memoria diventa arte: l'Emilia che rinasce attraverso l'obiettivo

Un viaggio fotografico nella resilienza emiliana

A Mirandola, città simbolo della ricostruzione post-sisma, si apre una finestra sul passato e sul futuro. Il Centro Documentazione Sisma Emilia 2012, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Mirandola, l'Ucman e la FIAF, presenta "Ferite e Rinascita", una mostra fotografica che racconta dodici anni di trasformazione attraverso quarantadue pannelli carichi di storia e speranza.

Il potere delle immagini che parlano al cuore

Non è solo una mostra, è un ponte emozionale tra il 20 maggio 2012 - quella maledetta notte che cambiò per sempre il volto della Bassa - e l'oggi. I 42 pannelli espositivi propongono un confronto diretto e coraggioso: il "prima" e il "dopo" di edifici, piazze, luoghi del cuore che hanno visto crollare certezze e rinascere sogni. Le immagini documentano non solo la profonda trasformazione urbana e architettonica, ma soprattutto quella sociale: le aree che ospitarono i Moduli Abitativi Provvisori (i famosi "Map" che tutti ricordiamo), gli spazi pubblici ridisegnati, le cicatrici che sono diventate segni identitari di una comunità che ha saputo rialzarsi. Il terremoto dell'Emilia del 2012, con epicentro tra Finale Emilia, Mirandola e San Felice sul Panaro, ha colpito duramente anche il nostro territorio carpigiano. Le scosse del 20 e 29 maggio, rispettivamente di magnitudo 5.9 e 5.8, hanno lasciato segni indelebili ma hanno anche rivelato una straordinaria capacità di resilienza che ci caratterizza come emiliani.

Le parole che accompagnano lo sguardo

Marina Marchi, Assessore di Mirandola, sintetizza perfettamente il senso dell'iniziativa: "Questa mostra rappresenta un ponte tra memoria e futuro. Le fotografie ci riportano alla fragilità di quei giorni, ma al tempo stesso raccontano la straordinaria capacità di rinascita che ha caratterizzato Mirandola e tutta l'Area Nord". Una riflessione che vale anche per Carpi e per tutti i comuni della Bassa che hanno vissuto quell'esperienza traumatica ma trasformativa. Perché se è vero che il sisma ha lasciato ferite profonde, è altrettanto vero che ha fatto emergere una forza collettiva straordinaria.

Informazioni pratiche per la visita

Dove e quando

La mostra è ospitata al primo piano del Polo culturale Il Pico, in Piazza Garibaldi 16 a Mirandola. Un luogo simbolico, visto che anche il Pico stesso è frutto della ricostruzione post-sisma.

Un progetto che viaggia

L'aspetto più interessante? L'esposizione è stata realizzata anche in versione trasportabile con pannelli in forex, pensata per essere replicata in altri Comuni. Un'occasione preziosa per portare questa testimonianza anche nel nostro territorio carpigiano, magari in una delle prossime iniziative culturali locali.

Perché vale la pena andarci

Non è solo una mostra per addetti ai lavori o nostalgici. È un'esperienza che parla a chiunque abbia vissuto quei giorni, ma anche ai più giovani che forse non hanno memoria diretta dell'evento. È un modo per capire da dove veniamo e verso dove stiamo andando come comunità. Le fotografie della FIAF non si limitano a documentare: emozionano, fanno riflettere, restituiscono dignità a un periodo che potrebbe essere ricordato solo per le macerie ma che invece ha mostrato il meglio dell'anima emiliana. Un invito particolare va alle famiglie carpigiane: questa mostra può essere l'occasione per raccontare ai propri figli cosa significhi davvero fare comunità, cosa voglia dire non arrendersi mai, cosa rappresenti quella parola così abusata ma qui così vera: resilienza.
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