Quando l'arte incontra la memoria: una mostra contro la violenza


Quando l'arte incontra la memoria: una mostra contro la violenza
Il 25 novembre, nella Filiale di Carpi di Banca Centro Emilia, si è accesa una luce particolare. Non solo quella delle fotografie di Valeria Sacchetti che compongono la mostra "Home Sweet Home", ma quella più importante della memoria e dell'impegno civile. Un evento che ha trasformato uno spazio bancario in un luogo di riflessione, dove il ricordo di Barbara Cuppini - la giovane carpigiana uccisa nel giugno 2011 a soli 36 anni - diventa monito e speranza insieme.

Un nome, una storia che non possiamo dimenticare

Barbara Cuppini lavorava alla Ferrari come Responsabile Marketing Italia. Una donna in carriera, una vita davanti. Quella notte tra il 18 e il 19 giugno 2011, a Serramazzoni, Alessandro Persico - ingegnere elettronico della stessa azienda e compagno da appena due mesi - l'ha uccisa con 13 coltellate mentre dormiva. Un femminicidio che ha scosso profondamente la nostra comunità e che oggi, attraverso questa mostra, trova una forma di riscatto nella memoria collettiva. Il Centro Antiviolenza Vivere Donna APS ha voluto dedicarle questo progetto fotografico, trasformando il dolore in strumento di sensibilizzazione. Perché se è vero che Barbara non tornerà, è altrettanto vero che la sua storia può ancora salvare altre vite.

I numeri che fanno paura

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ci ricorda dati che non possiamo ignorare: una donna su tre sopra i 15 anni ha subito violenza fisica o psicologica nella propria vita. Non sono statistiche astratte, sono le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, le nostre amiche. È il dramma silenzioso che si consuma dietro porte chiuse, in quelle "dolci case" che il titolo della mostra evoca con amara ironia.

Quando il territorio fa squadra

All'inaugurazione c'era il meglio della nostra comunità. Alice Degli Innocenti, Vicepresidente del Centro Antiviolenza, insieme a Susi Rota, operatrice del Centro, hanno raccontato il loro lavoro quotidiano: accoglienza, ascolto, supporto psicologico, assistenza legale. Un lavoro che spesso si svolge nell'ombra ma che rappresenta la prima linea nella lotta contro la violenza. Non mancava l'Associazione ManiTese di Finale Emilia, con Alessandro Formigoni del laboratorio ManifattiLab e i giovani del Progetto Orfei. Una presenza che ricorda come la creatività possa diventare strumento di riscatto e testimonianza. L'assessora alle Pari Opportunità Tamara Calzolari ha trovato le parole giuste: "La violenza contro le donne non è un fatto isolato, ma un fenomeno che riguarda l'intera comunità". E ha ragione: quando una donna viene maltrattata, è tutta la società che fallisce.

Una banca che non dimentica il suo ruolo sociale

Banca Centro Emilia, nelle persone di Roberta Donato, Sandra Frassinetti e Andrea Sgarbi del Consiglio d'Amministrazione, ha dimostrato ancora una volta che essere una banca del territorio significa molto di più che gestire conti correnti e mutui. Significa farsi carico delle fragilità della comunità, trasformare le filiali in presidi di cultura e consapevolezza. Il progetto, avviato il 7 marzo scorso, coinvolgerà tutte le 30 filiali della banca: dai Lidi ferraresi alle colline reggiane, un messaggio che viaggia e si diffonde come dovrebbe fare ogni buona notizia.

Il messaggio che conta

In ogni filiale, un QR code permetterà di individuare rapidamente il Centro Antiviolenza più vicino. Un gesto semplice, tecnologico, ma che può salvare una vita. Perché il messaggio è chiaro e lo ripeteremo fino alla nausea: "Se hai subito o sei vittima di violenza - NON SEI SOLA". Banca Centro Emilia, certificata secondo la normativa UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere, conferma così che fare impresa oggi significa anche assumersi responsabilità sociali. E in tempi in cui molti guardano solo al profitto, questa scelta ha il sapore della speranza.

Il viaggio continua

Dopo Carpi, "Home Sweet Home" proseguirà il suo viaggio itinerante. Ventinove tappe per dire che la violenza non è mai un affare privato, ma una questione che ci riguarda tutti. Perché come diceva qualcuno più saggio di me, il male trionfa quando i buoni non fanno niente. E noi, a Carpi, qualcosa la stiamo facendo. Con l'arte, con la memoria, con l'impegno quotidiano. Barbara Cuppini avrebbe compiuto 50 anni quest'anno. La sua storia, attraverso questa mostra, continua a parlare. E noi continueremo ad ascoltare.
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