Era il 1984 quando al
Policlinico di Modena nasceva qualcosa di straordinario: un reparto autonomo dedicato interamente alla
Chirurgia della Mano. Quarant'anni dopo, quello che iniziò come un'intuizione visionaria del
professor Alessandro Caroli è diventato un punto di riferimento internazionale, capace di restituire speranza e funzionalità a migliaia di pazienti.
La nascita di un sogno
Il
professor Alessandro Caroli, che diresse il reparto fino al 1997, aveva capito prima di molti altri che le mani meritavano un'attenzione specialistica. Non erano solo "appendici" da curare di corsa, ma strumenti delicatissimi della nostra umanità, che richiedevano competenze specifiche e dedizione totale. Una visione che oggi, quattro decenni dopo, si è rivelata profetica. L'
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena ha voluto celebrare questo importante anniversario non solo come ricorrenza, ma come momento di riflessione su quanto sia stato costruito e su quanto ancora si può fare. Perché quando si parla di mani, si parla della nostra capacità di toccare, creare, accarezzare, lavorare: in una parola, di vivere.
Un omaggio ai pionieri
Durante la cerimonia, un momento particolare è stato dedicato alla memoria di
Giovanni Bissoni, figura che ha creduto e investito nella valorizzazione della struttura modenese. La
Società Italiana di Chirurgia della Mano (SICM) ha consegnato una targa commemorativa a
Luciano Natali, rappresentante della
Fondazione Bissoni, segno tangibile di quanto il contributo di questa personalità sia stato determinante per lo sviluppo del centro. Ma c'è un altro nome che risuona con forza in questa storia: quello del
professor Augusto Bonola, fondatore della scuola italiana di chirurgia della mano. Nel 1962, insieme al professor Oscar Scaglietti, fondò la SICM, gettando le basi di quella che sarebbe diventata una disciplina medica d'eccellenza. Non a caso, la SICM e la Struttura di Chirurgia della Mano del Policlinico hanno presentato ai consiglieri
Antonio Fidanza e
Luca Negrini la richiesta al Comune di Modena per dedicare una via al professor Bonola, del quale l'anno prossimo ricorreranno i cinquant'anni dalla morte.
Una specialità che guarda al futuro
L'impegno quotidiano
Sin dalle origini, la Chirurgia della Mano del Policlinico si è caratterizzata per una forte vocazione al trattamento dei traumi. Incidenti sul lavoro, nella vita quotidiana, che coinvolgono adulti e bambini: ogni situazione richiede un approccio specifico, una sensibilità particolare. Perché dietro ogni mano ferita c'è una storia, un mestiere, una vita da ricostruire.
I numeri dell'eccellenza
Oggi il reparto esegue ogni anno numerosi interventi ad alta complessità e migliaia di prestazioni ambulatoriali. Ma dietro questi numeri freddi c'è un servizio che garantisce continuità per le urgenze e percorsi multidisciplinari che accompagnano il paziente dalla fase acuta al completo recupero funzionale. Un approccio olistico che non si limita a "riparare", ma mira a restituire dignità e autonomia.
Oltre i confini modenesi
La reputazione del centro modenese ha varcato da tempo i confini regionali e nazionali. Chirurghi da tutto il mondo vengono a studiare le tecniche sviluppate qui, portando poi nelle loro terre quella competenza che è diventata un patrimonio dell'umanità. Perché la medicina, quando è fatta con passione e competenza, non conosce frontiere. Quarant'anni fa, forse, nessuno avrebbe immaginato che quel piccolo reparto sarebbe diventato un'eccellenza riconosciuta ovunque. Oggi, guardando indietro, possiamo dire che quella scommessa è stata vinta. E le mani di migliaia di pazienti ne sono la testimonianza più eloquente.