È sempre così a Carpi: quando spuntano le recinzioni arancioni e il brusio delle ruspe, la gente si sveglia di colpo e si chiede cosa diavolo stia succedendo sotto casa. Stavolta tocca agli abitanti di via Bollitora Interna, che vedono spuntare un cantiere accanto alla Cooperativa Nazareno e di fronte all'Istituto delle Figlie della Divina Provvidenza. Una sorpresa? Neanche per sogno. Il Consiglio comunale di stasera deve approvare una convenzione per un permesso di costruire che, a dirla tutta, è poco più che burocrazia. Perché quel lotto è edificabile da ben sette anni, grazie a un accordo firmato dalla Giunta il 4 giugno 2018. Un accordo che puzza di vecchio, molto vecchio, e che fa sorgere più di un dubbio sull'interesse pubblico di questa operazione. La storia è intricata come un gomitolo nelle mani di un gatto. Nel 2018 il Comune aveva autorizzato la costruzione in via Bollitora come "compensazione" per la futura demolizione di un immobile in via San Giacomo. Lo scopo? Far posto al prolungamento di via dell'Agricoltura, che doveva traforare la rampa del cavalcavia dell'A22. Un progetto ambizioso, che sulla carta doveva migliorare la viabilità carpigiana. Ma ecco il punto: cosa è successo in questi sette anni? Il cavalcavia è ancora lì, immutabile come la facciata del Duomo. Via dell'Agricoltura non si è allungata di un metro. L'immobile di via San Giacomo resiste alle intemperie e al tempo. Eppure il permesso di costruire procede spedito, come se nulla fosse. I cittadini hanno il diritto di chiedersi: dov'è finito l'interesse pubblico che giustificava questo scambio? Se la contropartita - il miglioramento della viabilità - non si è mai concretizzata, perché il privato dovrebbe godere dei benefici dell'accordo? È come comprare un biglietto della lotteria e scoprire che i numeri vincenti li ha già scelti qualcun altro. Stasera il Consiglio comunale si troverà di fronte a un atto dovuto, una formalità amministrativa che sa di beffa per chi credeva nella trasparenza dell'urbanistica carpigiana. I consiglieri potranno fare ben poco: l'accordo è stato preso anni fa, quando molti di loro neanche sedevano in aula. Resta l'amaro in bocca per una città che continua a vedere spuntare palazzi e cantieri senza mai riuscire a capire fino in fondo se davvero servano ai suoi abitanti o solo alle tasche di qualcuno.