La
Rettrice Rita Cucchiara aveva ragione quando parlava di "opportunità preziosa". E come darle torto? L'
AUSL di Modena ha messo sul piatto
72mila euro per 28 borse di studio che faranno vivere agli studenti universitari e ai futuri
operatori socio-sanitari un'esperienza che vale più di mille lezioni teoriche: salire su un'ambulanza e toccare con mano la realtà del soccorso.
Un progetto che guarda al futuro
Non è la solita iniziativa da comunicato stampa. Questa volta si fa sul serio:
335 ore in un anno tra formazione e pratica sui mezzi di soccorso, con almeno
63 ore dedicate alla teoria e il resto passato fianco a fianco con i volontari delle
Pubbliche Assistenze ANPAS e della
Croce Rossa. Un impegno di circa
6 ore settimanali che promette di trasformare ragazzi con i libri sotto il braccio in professionisti pronti a tutto. La
professoressa Cucchiara, prima donna a guidare
Unimore nei suoi 850 anni di storia, non ha nascosto l'entusiasmo: "Non solo consente di acquisire competenze tecniche, ma mette i nostri studenti in contatto con realtà che incarnano i valori della solidarietà". Parole che suonano come una promessa: formare non solo bravi medici, ma cittadini consapevoli.
I protagonisti dell'iniziativa
Alla conferenza stampa di presentazione c'erano tutti i nomi che contano nel panorama sanitario modenese. Oltre alla
Rettrice Cucchiara, la
direttrice sanitaria AUSL Romana Bacchi, il
direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Silvio Di Tella e il
responsabile medico del 118 Marcello Baraldi - quest'ultimo un giovane specialista che ha fatto la gavetta partendo proprio dall'ospedale di Vignola. Non potevano mancare i rappresentanti del volontariato:
Alessandra Trabucco per le Pubbliche Assistenze ANPAS e
Eugenio Di Ninno per la Croce Rossa di Modena. Persone che ogni giorno dimostrano come la solidarietà non sia solo una parola, ma un modo di essere.
Come funziona la selezione
Le carte in tavola sono chiare: una
commissione di valutazione esaminerà i curriculum e, se necessario, organizzerà colloqui per selezionare i 28 fortunati. Il bando, unico nel suo genere in
Emilia-Romagna, è finanziato dal
Fondo aziendale per la ricerca e innovazione indipendente dell'AUSL. La formazione iniziale sarà concentrata nelle prime settimane, anche in modalità a distanza, poi via sui mezzi di soccorso per imparare davvero cosa significa salvare una vita. Non è retorica: quando suona la sirena dell'ambulanza, conta solo saper fare la cosa giusta al momento giusto.
Una lezione di vita
Questa iniziativa racconta una storia che va oltre i numeri e i protocolli. Racconta di un sistema sanitario che vuole crescere insieme ai suoi futuri protagonisti, di un'università che non si accontenta di sfornare laureati ma punta a formare persone. E racconta di un territorio, quello modenese, dove il volontariato non è un hobby del tempo libero ma una vocazione che si tramanda di generazione in generazione. I ragazzi che vinceranno queste borse impareranno molto più di quanto immaginino. Impareranno che dietro ogni chiamata al 118 c'è una storia, che la professionalità si misura nei momenti difficili e che il vero valore di un medico non sta solo nelle competenze tecniche, ma nella capacità di essere umano quando serve. Un investimento di
72mila euro che potrebbe valerne milioni, se riuscirà davvero a formare una nuova generazione di operatori sanitari più preparati e più motivati. E chissà, magari tra questi studenti ci sarà il futuro primario di qualche ospedale o il medico che un giorno salverà proprio a noi la vita.