Succede anche questo nella vita di tutti i giorni: quaranta euro. Nemmeno il prezzo di una cena per due, eppure bastano per decidere chi gestirà il Caffè Teatro di piazza Martiri nei prossimi anni. È la matematica spietata delle gare d'appalto, dove ogni centesimo conta e dove la differenza tra vincere e perdere può essere davvero minima. La V Studio srl si è aggiudicata la concessione offrendo un canone annuo di 16mila euro, superando di appena quaranta euro l'offerta della BlackupItaly srl in associazione con Italsourcing, ferma a 15mila 960 euro. Una vittoria ai punti, verrebbe da dire, in una sfida che ha visto fronteggiarsi da una parte una società ancora da conoscere meglio e dall'altra un gruppo imprenditoriale già noto in città per la gestione dello Chalet di piazza Garibaldi e del Parco delle Rimembranze. La commissione presieduta dall'ingegner Marzia Cattini ha fatto il suo dovere: aprire le buste, confrontare i numeri, proclamare il vincitore. Tutto regolare, tutto trasparente, tutto secondo le regole che governano questi meccanismi. Eppure resta qualcosa di surreale in questa gara decisa da una manciata di spiccioli, come se il destino di un locale storico del centro potesse dipendere dal resto di una pizza. Il Caffè Teatro tornerà così a vivere, dopo essere rimasto chiuso troppo a lungo. Un pezzo importante del cuore pulsante di Carpi riprenderà a battere, con i suoi tavoli, i suoi caffè, le sue chiacchiere serali prima degli spettacoli. Poco importa se la differenza è stata di quaranta euro: l'importante è che le luci si riaccendano e che quel presidio di socialità torni a essere quello che è sempre stato. Resta la curiosità di vedere all'opera i nuovi gestori, di capire quale progetto avranno in mente per questo spazio così particolare, crocevia tra cultura e convivialità. Perché alla fine, al di là dei conti e delle commissioni, quello che conta davvero è che il Caffè Teatro torni a essere un luogo dove i carpigiani possano sentirsi a casa.