Sala slot contro Comune: il Tar dice no ai danni


Sala slot contro Comune: il Tar dice no ai danni

Una storia che sa di azzardo mal giocato quella che si è conclusa davanti al Tribunale Amministrativo Regionale dell'Emilia Romagna. Protagonista una società titolare di una sala giochi carpigiana che aveva chiesto un risarcimento al Comune di Carpi per le perdite subite durante le restrizioni del 2020. Il verdetto? Niente soldi, e le ragioni sono più eloquenti di una slot che non paga mai. La vicenda nasce nel 2020, quando l'allora sindaco aveva firmato un'ordinanza che limitava gli orari di funzionamento delle macchinette da gioco. Un provvedimento che il Tar aveva poi annullato nel 2021 per illegittimità, ma che aveva spinto la società a presentare il conto: minori introiti, clientela in fuga, affari rovinati. Insomma, la classica richiesta di danni che in questi casi fioccano come le ciliegie. Il Tar, però, ha risposto picche per una serie di ragioni che dimostrano come in tribunale, a differenza delle slot, le carte si possano leggere bene. Prima di tutto, la società si è limitata a confrontare i ricavi del 2019 con quelli del 2020-2021, dimenticando un piccolo particolare: nel frattempo c'era stata una certa pandemia che aveva chiuso mezzo mondo in casa. Lockdown, green pass, paura del contagio: dettagli che evidentemente sono sfuggiti ai contabili della società. Come se non bastasse, non è stato fatto alcun confronto con territori simili. Il Tribunale ha sottolineato che sarebbe stato utile verificare cosa succedeva nelle sale giochi dei comuni vicini, quelli senza ordinanze restrittive, per capire se davvero il problema fosse l'amministrazione carpigiana o piuttosto il fatto che la gente aveva altro a cui pensare oltre alle macchinette. Ma il colpo di grazia è arrivato dalla Polizia locale, che ha documentato come la società tenesse gli apparecchi accesi anche quando l'ordinanza ne prevedeva lo spegnimento. Il 25 ottobre 2021, per esempio, sono stati trovati 53 apparecchi accesi in orario vietato con 6 clienti dentro. Difficile lamentarsi dei danni di un'ordinanza che non si rispettava nemmeno. Il Tar ha anche ricordato che la società non aveva mai chiesto la sospensione cautelare dell'ordinanza, nemmeno dopo la fine della seconda ondata pandemica. Una dimenticanza che secondo il Codice del processo amministrativo costa cara: chi subisce un danno deve "attivarsi diligentemente" per evitarlo, altrimenti il risarcimento diventa un miraggio. Una lezione che va oltre le aule di tribunale: in una città come Carpi, dove il tessuto sociale è fatto di rispetto delle regole e senso civico, chi gioca con la legalità rischia di perdere sempre, anche quando le carte sembrano favorevoli.

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