La sanità modenese prova a voltare pagina con una strategia che fa discutere:
l'appropriatezza delle cure come unica strada per azzerare le liste d'attesa. Un progetto ambizioso presentato alla
Conferenza Territoriale sociale e sanitaria che mette nel mirino sprechi e variabilità nelle prescrizioni mediche, ma che solleva anche qualche perplessità tra chi teme tagli mascherati.
La filosofia del "meglio invece che di più"
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L'appropriatezza delle cure è l'unica strada per centrare, nel tempo, l'obiettivo attese zero", hanno dichiarato i direttori generali delle tre aziende sanitarie modenesi durante la presentazione del progetto.
Mattia Altini dell'AUSL e
Luca Baldino dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria, insieme al collega dell'Ospedale di Sassuolo, hanno illustrato una strategia che punta sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Il ragionamento è tanto semplice quanto rivoluzionario: se una quota significativa delle prestazioni sanitarie - stimata tra il
20 e il 30% - non produce benefici clinici rilevanti, perché non concentrarsi su quelle davvero necessarie? "
L'obiettivo non è indurre i medici a fare meno, ma meglio", hanno precisato i direttori generali, sottolineando il carattere etico, non economico, dell'iniziativa.
Dodici prestazioni sotto la lente
Nel mirino sono finite
12 prestazioni specialistiche considerate critiche per variabilità e impatto sulle liste d'attesa: visite dermatologiche, oculistiche, TAC, risonanze magnetiche, gastroscopie, colonscopie. Una scelta non casuale, che fotografa le criticità più sentite dai cittadini carpigiani e dell'intera provincia. Il problema, spiegano dalle aziende sanitarie, sta nella
variabilità ingiustificata tra territori e professionisti. A parità di condizioni del paziente, le prescrizioni possono essere troppo poche o troppe, creando iniquità e rischi clinici. Una situazione che genera frustrazione nei pazienti e inefficienze nel sistema.
Primi risultati incoraggianti
I numeri sembrano dare ragione alla nuova strategia. Confrontando settembre-ottobre 2024 con lo stesso periodo del 2025,
9 prestazioni su 12 hanno mostrato miglioramenti significativi nei tempi di attesa, grazie all'utilizzo di "cruscotti" e strumenti di confronto tra professionisti. L'analisi dei dati ha evidenziato una
significativa riduzione della variabilità nei tassi di prescrizione, aumentando l'appropriatezza delle cure. Un risultato che conferma l'impatto positivo del percorso intrapreso, almeno secondo i primi riscontri.
Le ombre dietro l'ottimismo
Non mancano però le critiche e le preoccupazioni. Chi conosce i meccanismi della sanità pubblica sa che dietro la voce "appropriatezza delle cure" può nascondersi un
ridimensionamento delle prestazioni. È il timore di chi vede in questa operazione non tanto un miglioramento qualitativo quanto piuttosto una razionalizzazione dettata dalle sempre più stringenti risorse a disposizione. La sfida sarà dimostrare che davvero si tratta di fare meglio e non semplicemente di fare meno. Per i cittadini di Carpi e provincia, quello che conta sono i risultati concreti: tempi di attesa ridotti senza sacrificare la qualità delle cure. Solo il tempo dirà se questa ricetta funzionerà davvero o se si rivelerà l'ennesima operazione di marketing sanitario.
La scommessa del cambiamento
Il progetto delle tre aziende sanitarie modenesi rappresenta comunque un tentativo serio di
ripensare il sistema sanitario provinciale. L'idea di coniugare aumento delle prestazioni con revisione dell'intero sistema, verificando che i medici rispettino i criteri di adeguatezza prescrittiva, è teoricamente condivisibile. Resta da vedere se nella pratica quotidiana, tra le corsie degli ospedali e negli ambulatori del territorio, questa filosofia riuscirà a tradursi in
tempi di attesa più brevi e
cure più efficaci per tutti i cittadini che ne hanno bisogno. La sanità modenese si è data un obiettivo ambizioso: ora tocca ai fatti dimostrare che non si tratta solo di belle parole.