Gli uomini del Commissariato di Polizia di Carpi hanno bussato stamattina alla porta di un esercizio pubblico nel centro storico della nostra città. Non per un caffè di cortesia, ma per consegnare un cartellino da appendere: "Chiuso per dieci giorni". Un provvedimento che sa di amaro in bocca, firmato dal Questore di Modena con l'inchiostro dell'articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. La storia è quella che purtroppo conosciamo fin troppo bene: un locale che dovrebbe essere luogo di socialità e spensieratezza si trasforma invece in ritrovo di persone che con la legalità hanno un rapporto, diciamo, complicato. Precedenti penali per reati contro la persona, il patrimonio e traffico di stupefacenti hanno reso quel bar o quel circolo un posto dove la tranquillità dei carpigiani non poteva più essere garantita. "Una situazione attuale e concreta di pericolosità per l'ordine e la sicurezza pubblica", così recita la nota ufficiale della Questura di Modena. Parole che pesano come macigni e che fotografano una realtà che i cittadini del centro storico conoscono bene: quando certi ambienti diventano terra di nessuno, è tutta la comunità a pagarne le conseguenze. Il provvedimento non è caduto dal cielo come una tegola. È il frutto di "una serie di verifiche" nell'ambito di quell'attività intensificata di controllo del territorio che il Questore ha disposto proprio per tenere alta la guardia sulla sicurezza. Una sorveglianza che negli ultimi mesi ha visto pattuglie e controlli moltiplicarsi nelle nostre piazze, da piazza Martiri a corso Alberto Pio, dalla zona della stazione ferroviaria ai parchi cittadini. La filosofia è semplice ma efficace: non solo punire, ma anche prevenire. Privare certi personaggi di un luogo di abituale aggregazione significa mandare un messaggio chiaro: "Vi stiamo tenendo d'occhio". Un effetto dissuasivo che, si spera, possa far riflettere chi pensa di poter trasformare i nostri locali in bische o centrali di spaccio. Dieci giorni di chiusura possono sembrare pochi, ma per un esercizio pubblico significano perdite economiche e, soprattutto, un marchio che non si cancella facilmente. Una lezione che il titolare della licenza dovrà metabolizzare prima di riaprire i battenti, sperando che abbia capito che Carpi non è il Far West e che i suoi cittadini meritano di vivere e frequentare il centro storico in serenità. La partita per la sicurezza si gioca ogni giorno, strada per strada, locale per locale. E quando serve, anche con la forza della legge.