Scontro politico sul piazzale: "zone rosse", la ricetta che divide


Scontro politico sul piazzale: "zone rosse", la ricetta che divide
La solita musica, verrebbe da dire. Da una parte chi invoca misure drastiche, dall'altra chi ricorda che al comando ci sono già loro. Il dibattito sulle "zone rosse" è tornato a infiammare il consiglio comunale di Carpi, con protagonisti Tommaso Casolari di Fratelli d'Italia e Corrado Gallo di Alleanza Verdi e Sinistra che se le sono dette di santa ragione.

Il botta e risposta che fa discutere

Casolari aveva proposto di seguire l'esempio di Modena, chiedendo al sindaco di attivarsi presso il Prefetto per istituire zone rosse nei punti più critici della città. Una mossa che secondo lui servirebbe a contrastare "le risse in via Garagnani e corso Fanti, le aggressioni in via Sbrilanci, fino alla recente violenta colluttazione di via Petrarca". La replica di Gallo non si è fatta attendere ed è arrivata affilata come un rasoio: "Fratelli d'Italia torna a proporre le zone rosse come soluzione miracolosa ai problemi di sicurezza. Peccato che non funzionino". E qui arriva il colpo del ko, almeno secondo l'esponente di AVS: proprio nel giorno della proposta di Casolari, il sindaco di Modena Mezzetti avrebbe spiegato pubblicamente come queste misure "non bastino a risolvere il problema".

La lezione di politica pratica

Gallo non si ferma alla critica e passa al contrattacco, ricordando a Fratelli d'Italia un piccolo dettaglio: "Un po' meno comprensibile da un partito che governa l'Italia: se servono strumenti e personale sul territorio, il Governo è esattamente il posto da cui dovrebbero arrivare". Il portavoce di AVS cita come esempio virtuoso il consigliere di minoranza Michele De Rosa, che "si è presentato dal Prefetto per chiedere più risorse, più uomini, più presidio". Un invito nemmeno tanto velato ai colleghi di Fratelli d'Italia: "Non sarebbe il caso che ci andassero anche loro dal Prefetto?"

La sicurezza vera, quella che non fa titoli

Il problema delle radici profonde

Ma è nell'ultima parte del suo intervento che Gallo tocca il punto più delicato della questione. "È nei periodi di grande povertà economica e soprattutto morale che crescono devianze e criminalità", ricorda l'esponente di AVS. Limitarsi a intervenire sulla parte "visibile" del problema, ignorando "precarietà, solitudine sociale, degrado degli spazi, mancanza di servizi" significa secondo lui "alimentare una bolla sociale destinata a esplodere".

La ricetta alternativa

La proposta di Gallo suona diversa: "La sicurezza vera si costruisce con prevenzione, servizi, investimenti, educazione, presenza dello Stato e della comunità". Le zone rosse? "Solo un passarsi la mano sul cuore e dire: 'Io il mio l'ho fatto'". Una battaglia di idee che va oltre le beghe di palazzo e tocca il cuore di come si intenda affrontare i problemi di una città che, come tante altre, si trova a fare i conti con fenomeni di disagio sociale sempre più evidenti.
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