Tra sospetti e speranze: il delicato equilibrio sanitario dell'Area Nord


Tra sospetti e speranze: il delicato equilibrio sanitario dell'Area Nord

Il patto che divide le acque

Nel panorama della sanità modenese si consuma un capitolo che sa tanto di diplomazia quanto di realpolitik. Carpi e Mirandola, le due città che da sempre si contendono il primato sanitario dell'Area Nord, hanno siglato un "patto per la sanità" che dovrebbe portare serenità dove invece regna da tempo la diffidenza reciproca. Ma come spesso accade quando si parla di ospedali e territorio, le buone intenzioni si scontrano con i timori di chi teme di rimanere con il cerino in mano. Russo e Righetti, rappresentanti di Fratelli d'Italia a Mirandola, non si fanno incantare dalle sirene della collaborazione e mettono le mani avanti con la schiettezza di chi conosce bene i meccanismi della politica sanitaria.

Il sospetto che aleggia su Mirandola

"Apprezziamo questa apparente ritrovata ragionevolezza", dichiarano i due esponenti del partito di Giorgia Meloni, ma il loro apprezzamento sa di complimento al veleno. Il termine "apparente" non è casuale: dietro l'entusiasmo di facciata si nasconde la paura che questo patto sia in realtà un cavallo di Troia. Il timore, espresso senza giri di parole, è che l'accordo serva principalmente a spianare la strada al nuovo ospedale di Carpi, lasciando poi Mirandola con le briciole: un presidio ambulatoriale al posto del plesso ospedaliero che la comunità mirandolese considera un patrimonio irrinunciabile.

Le promesse del passato e i fantasmi di Bonaccini

Russo e Righetti non dimenticano e, da buoni politici, rinfacciano al centrosinistra le promesse non mantenute. Il riferimento alla Cispadana e alle promesse elettorali di Stefano Bonaccini è un classico della polemica locale: "Una Cispadana al giorno, anzi a tornata elettorale", ricordano con sarcasmo. È il ritornello che accompagna ogni dibattito infrastrutturale in zona: progetti annunciati, riannunciati e poi spesso ridimensionati o posticipati alle calende greche. Una dinamica che alimenta la diffidenza e rende ogni nuovo accordo sospetto agli occhi di chi si sente già tradito una volta.

Il punto nascita, simbolo di una battaglia più grande

Al centro delle preoccupazioni mirandolesi c'è il punto nascita dell'ospedale, chiuso e mai più riaperto nonostante le promesse. Per Russo e Righetti non si tratta solo di una questione sanitaria, ma di "emblematica base della territorialità mirandolese". Il punto nascita rappresenta infatti molto più di un servizio medico: è il simbolo della capacità di un territorio di mantenere la propria identità e i propri servizi essenziali. La sua chiusura è percepita come il primo passo verso un progressivo depauperamento dell'offerta sanitaria locale.

La vigilanza continua

"Vigileremo come e più di prima sul nostro Ospedale", promettono i due rappresentanti di Fratelli d'Italia. Una dichiarazione che sa di sfida e che testimonia come, al di là dei patti ufficiali, la battaglia per la sanità dell'Area Nord sia tutt'altro che conclusa. In questa partita a scacchi sanitaria, Mirandola non intende abbassare la guardia. Il patto con Carpi va bene, ma solo se non significherà sacrificare sull'altare della "razionalizzazione" quei servizi che la comunità considera irrinunciabili. Il futuro dirà se questo accordo rappresenterà davvero un nuovo inizio di collaborazione o se, come temono a Mirandola, sarà l'ennesimo capitolo di una storia che vede sempre gli stessi vincitori e gli stessi vinti.
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