Tre caffè, una rinascita: quando Carpi ritrova il gusto di stare insieme


Tre caffè, una rinascita: quando Carpi ritrova il gusto di stare insieme

Nel cuore di Carpi, tre locali storici si preparano a riaprire i battenti. E non è solo una questione di caffè e aperitivi: è il centro storico che torna a respirare, che ritrova quei luoghi dove la gente si incontra, si racconta, vive la città. Caffè Martini a corso Cabassi, Caffè del Teatro in piazza Martiri e Bar Roberta a piazza Garibaldi: un triangolo perfetto che ridisegna la mappa della socialità carpigiana. La storia più interessante arriva dal Caffè del Teatro, dove Vincenzo Di Napoli, quarantunenne con un passato che profuma di mondo, ha vinto il bando per riportare in vita uno degli spazi più iconici della città. E qui c'è già il primo colpo di scena: Di Napoli non viene dalla ristorazione, almeno non nell'ultimo decennio. La sua V Studio Srl si occupa di accessori moda, con uffici che spaziano da Carpi fino a New York, passando per Londra e Parigi. "Ho vissuto quattro anni a Londra, due a Parigi e altri quattro a New York", racconta con l'orgoglio di chi ha girato il mondo ma è tornato a casa. "Ma moglie e famiglia mi hanno riportato a Carpi, dove si è presentata questa occasione del Teatro, che mi tenga anche un po' più fermo...". Una confessione che sa di tenerezza e di radici che chiamano, anche quando hai fatto strada lontano. Il suo progetto per il Caffè del Teatro non è la classica riapertura nostalgia: "Sarà un cocktail bar, lounge e jazz club, più a vocazione serale che non della ristorazione strettamente intesa". Niente menù fisso, ma cene organizzate su prenotazione con chef a rotazione. "Più un tapas-bar con un bicchiere di vino che un ristorante", precisa, immaginando un luogo versatile dove poter anche lavorare al computer durante il giorno, "nelle grandi città è un concept già visto, non voglio inventare nulla". La passione per la ristorazione, però, Di Napoli ce l'ha nel sangue: "Quando avevo 20 anni aprii un ristorante di pesce a Gonzaga insieme ai miei genitori, che avevano una pescheria e gastronomia alla Coop di Novi". Una vocazione interrotta ma mai dimenticata, che ora riaffiora con la maturità di chi ha visto il mondo. Per rispettare il bando, ha dovuto dimostrare che dietro al suo entusiasmo c'è competenza: "Ho inserito sin dalla fase documentale i nomi dei collaboratori con esperienza nel settore che si occuperanno della gestione quotidiana". Lo staff conterà almeno quattro persone, e c'è già l'idea di coinvolgere studenti dell'Istituto Nazareno di Carpi, perché "mi piace un servizio di un certo tipo". I vincoli sono tanti, tra sovrintendenza e spazi ridotti: "Il Comune ha fatto un'ottima ristrutturazione, ma la cucina non è grande e gli spazi sono ridotti". Due dehors sono previsti, ma con regole ferree: "Uno sul fianco, e uno sul fronte, dove ci saranno ombrelloni mobili e sedie che ogni sera dovranno essere rimossi per non 'sporcare' la facciata del teatro con arredi fissi". L'apertura è prevista per la primavera: "Vorrei aprire verso marzo, ma siamo alle prese con la documentazione, che è impegnativa". Il bando è vinto, ma le firme ancora non ci sono. Pazienza: quando si tratta di far rinascere un pezzo di storia, vale la pena aspettare che tutto sia fatto per bene. E mentre Di Napoli lavora sui suoi progetti internazionali e sogna il suo jazz club, Carpi si prepara ad avere di nuovo tre punti cardinali della socialità. Perché alla fine, una città si misura anche dai luoghi dove la gente si ferma a chiacchierare davanti a un caffè. E questi tre locali storici sono pronti a dimostrare che il centro storico di Carpi ha ancora molto da dire.

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