Nel calcio moderno, dove troppo spesso i riflettori si accendono solo sui gol e sui contratti milionari, c'è chi lavora nell'ombra per costruire qualcosa di infinitamente più prezioso: la sicurezza dei nostri ragazzi. E quando si tratta di questo argomento delicatissimo, il Carpi non è secondo a nessuno, cari lettori dell'Ombra del Portico. Il nostro Roberto Mirabile, Responsabile Safeguarding del club biancorosso e figura di riferimento nazionale nella lotta contro gli abusi sui minori, è stato protagonista dell'importante incontro di aggiornamento presso il prestigioso Centro Tecnico Federale di Coverciano. Un appuntamento che ha riunito i responsabili Safeguarding delle società di Serie C, confermando ancora una volta come la nostra città sia all'avanguardia anche su questi temi fondamentali. Ma chi è davvero Roberto Mirabile? Non solo il nostro angelo custode del settore giovanile carpigiano, ma anche il presidente de "La Caramella Buona", un'associazione che dal 1997 rappresenta un vero e proprio scudo protettivo per i minori in Italia e in Europa. I numeri parlano chiaro: oltre 250 anni di condanne inflitte ai predatori, un ergastolo ottenuto, collaborazioni ufficiali con il Ministero della Giustizia, l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza. Due Medaglie del Presidente della Repubblica e il prestigioso Premio Charity NATO sono solo alcune delle onorificenze che testimoniano l'eccellenza di un lavoro che unisce giustizia sociale e protezione concreta. In un'epoca in cui il calcio giovanile è spesso minacciato da fenomeni preoccupanti, il Carpi ha scelto la strada più difficile ma più giusta: quella della prevenzione totale. L'AC Carpi non si limita a formare calciatori, ma educa cittadini, creando un ambiente dove ogni ragazzo può crescere serenamente, protetto da chi sa riconoscere e prevenire ogni possibile minaccia. L'incontro di Coverciano non è stato una semplice formalità burocratica, ma un momento di confronto preziosissimo per condividere buone pratiche e strumenti operativi sempre più efficaci. Perché la battaglia contro gli abusi si vince solo con la formazione continua, l'aggiornamento costante e, soprattutto, con la cultura del rispetto che il nostro Carpi sa trasmettere meglio di tanti blasonati club. Mentre altre società investono milioni in campagne di marketing, i nostri biancorossi investono nell'unica cosa che conta davvero: il futuro sicuro dei nostri ragazzi. E questo, cari tifosi, vale più di qualsiasi trofeo. Perché un club che sa proteggere i suoi giovani atleti sta già vincendo la partita più importante: quella della vita.
Un baluardo di protezione: il Carpi fa scuola a Coverciano