Un cuore che continua a battere: il memorial di Arianna


Un cuore che continua a battere: il memorial di Arianna
Questo fine settimana a Carpi e Modena, il volley diventa molto più di uno sport. È il linguaggio che una comunità ha scelto per dire che l'amore non finisce mai, nemmeno quando la vita si interrompe troppo presto. Il primo Memorial "Grazie Arianna" ricorda una ragazzina di tredici anni che ha trasformato la sua tragedia in una lezione di speranza.

Una cowgirl dai grandi sogni

Arianna Giaroli aveva occhi azzurri come il cielo che sognava di cavalcare ogni giorno. Era una ragazzina riservata di Carpi, innamorata dei cavalli e della libertà che solo loro sanno regalare. Quando andava al centro ippico "Il Vigneto" di San Martino in Rio, non cercava solo l'adrenalina della sella, ma un mondo dove sentirsi davvero se stessa. I suoi sogni erano grandi quanto la pianura padana: un ranch in America, jeans western, cappello da cowboy e un Quarter Horse per spostare mandrie. Nei suoi temi scolastici si raccontava così, libera e selvaggia. Amava i Queen e i Måneskin, i musical come Grease e La La Land. Una ragazzina fuori dal coro, che immaginava il futuro scandito da musica, vento e libertà.

Il giorno che cambiò tutto

Il 7 marzo 2024, mentre conduceva a mano Blu - uno dei cavalli del maneggio che frequentava da tre anni - un calcio improvviso alla testa spezzò quel filo sottile che lega i sogni alla realtà. Arianna fu trovata riversa a terra da una ragazza di diciassette anni. La corsa disperata all'ospedale Maggiore di Parma, le ore di speranza nel reparto di rianimazione, poi il silenzio definitivo l'8 marzo alle 12.40. Ma in quel momento più buio, la famiglia Giaroli fece una scelta che illumina ancora oggi. «Abbiamo deciso di donare i suoi organi», racconta il padre Federico. «È stato un gesto spontaneo, un faro nella nostra oscurità».

Sette vite, sette miracoli

Il cuore di Arianna batte oggi nel petto di un sedicenne al Sant'Orsola di Bologna. I suoi reni hanno permesso a un bambino di Padova di tornare alla scuola dell'infanzia dopo la dialisi, e a un paziente di Milano di ritrovare la salute. Il fegato, diviso tra Roma e Bergamo, ha salvato altre due vite. Le cornee dalla Banca delle Cornee di Bologna hanno ridato la vista a due persone. Sette vite salvate. Sette storie che continuano grazie a una ragazzina che sognava di galoppare nei ranch americani. «Pensare che una parte di lei continui a vivere in questi bambini è un conforto enorme», confida il padre. «Il nostro dolore si trasforma in una speranza fragile, ma tenace».

Il memorial: sport e solidarietà

Oggi e domani, 13 e 14 dicembre, le palestre Gallesi e Gramsci ospitano il primo Memorial promosso da AIDO insieme ad Aics, Csi e ai Comuni di Modena e Carpi. Sui campi si affronteranno Mondial Renova, la Nazionale italiana di pallavolo AIDO, Mondial Trash e Volley AIDO Modena Over 50. Una festa sportiva gratuita, organizzata con il cuore di decine di volontari e il sostegno di associazioni, federazioni ed enti locali. Non è solo un torneo: è il modo che questa comunità ha trovato per dire che Arianna c'è ancora, nei gesti dei suoi genitori, nelle maglie delle squadre, nei cuori che grazie a lei hanno ripreso a battere.

Un'eredità che cresce

Il padre Federico ha un sogno: «Vorrei conoscere un giorno i riceventi, raccontare loro chi era Arianna, perché il suo dono non sia solo un organo ma una storia da custodire». È questo lo spirito del Memorial, che nelle intenzioni degli organizzatori vuole diventare un appuntamento stabile. Perché la donazione non riguarda solo chi dona e chi riceve: riguarda tutti noi, la nostra idea di comunità e di responsabilità. Nel solco lasciato da una ragazzina che amava galoppare libera, la scelta di restituire vita è già un'eredità collettiva pronta a crescere. In fondo, è questo che Arianna ci insegna ancora: che l'amore vero non conosce confini, nemmeno quello ultimo e definitivo. E che a volte, per continuare a vivere, basta scegliere di donare.
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