Un equipaggio di terra che non naviga ma protesta


Un equipaggio di terra che non naviga ma protesta

Giovedì sera, nel freddo del piazzale della stazione di Carpi, si è consumata una di quelle manifestazioni che dividono e fanno discutere. Almeno 500 persone - 700 secondo gli organizzatori, ma si sa, in questi casi i numeri diventano elastici come la fantasia - si sono radunate per dare vita a quello che hanno battezzato "Carpi Sumud Flotilla". Un nome che richiama la Global Sumud Flotilla, la flottiglia di solidarietà verso Gaza che ha fatto tanto parlare di sé dopo essere stata intercettata dalle forze israeliane lo scorso ottobre, con 46 italiani tra gli oltre 450 attivisti fermati. Ma qui a Carpi l'unico mare da solcare era quello dell'indignazione, e le uniche onde erano quelle della folla che si muoveva per le vie del centro. "Bloccheremo tutto e non ci fermeremo se il nostro paese continuerà a non opporsi a questo genocidio": parole forti, pronunciate con la convinzione di chi crede davvero in quello che dice. Il cosiddetto "equipaggio di terra" - definizione che non manca di una certa ironia involontaria - ha riunito anime diverse della nostra città: cittadini di ogni estrazione sociale, rappresentanti delle comunità nordafricane e pakistane, tutti uniti sotto le bandiere di Carpi Antifa, I Violenti Piovaschi, Non Una di Meno Carpi, Circolo Mattatoyo e Alta Intensità Antifascista. Il corteo ha attraversato il centro storico come un fiume in piena, per poi concludersi in piazzale Ramazzini. Una geografia cittadina che racconta molto di una Carpi che sa ancora mobilitarsi, che sa ancora indignarsi, che sa ancora credere che la propria voce possa fare la differenza. Non è stato solo un momento di protesta, ma anche un ritratto fedele della nostra città: multietnica, composita, capace di abbracciare cause che vanno ben oltre i confini comunali. Perché Carpi, nel bene e nel male, è sempre stata così: una città che guarda lontano, anche quando il mondo sembra girare dalla parte sbagliata. Resta da vedere se questo "equipaggio di terra" riuscirà davvero a "bloccare tutto" come promesso, o se la forza delle parole si dissolverà nel quotidiano, come spesso accade quando la passione del momento si scontra con la durezza della realtà.

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