Un eroe di ventitré anni che non dimenticheremo mai


Un eroe di ventitré anni che non dimenticheremo mai

Carpi si ferma ogni anno per ricordare. E anche stavolta, nell'83esimo anniversario di quel terribile settembre del 1943, la nostra città ha reso omaggio a Salvo D'Acquisto, il vice-brigadiere dei Carabinieri che a soli ventitré anni scelse di morire perché altri ventitdue innocenti potessero vivere. La cerimonia si è svolta con la solennità che merita chi ha saputo trasformare il proprio ultimo respiro in un atto d'amore verso l'umanità. Prima la messa in Cattedrale, poi il corteo verso piazzale Dante, dove il sindaco Riccardo Righi ha deposto una corona d'alloro ai piedi del busto che immortala il volto giovane dell'eroe. L'iniziativa, come sempre, è stata promossa dalla sezione locale dell'Associazione Nazionale Carabinieri, che non a caso porta il nome di Salvo D'Acquisto. Perché quando scegli di intitolare la tua associazione a qualcuno, è perché in quel nome riconosci i valori che vuoi tramandare. Era il settembre del 1943 quando a Palidoro, vicino Roma, i nazisti rastrellarono ventidue civili dopo un presunto attentato. Ventidue persone qualunque, colpevoli solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il copione era già scritto: tutti davanti al plotone d'esecuzione. Ma Salvo D'Acquisto riscrisse quel finale. Si accusò di un crimine che non aveva commesso, negoziò la sua vita in cambio di quelle vite innocenti. I tedeschi accettarono lo scambio, e lui camminò verso la morte con la consapevolezza di aver salvato ventidue famiglie. Oggi, ottantatre anni dopo, Carpi continua a raccontare questa storia. Non per retorica, ma perché in tempi in cui spesso prevale l'indifferenza, ricordare chi ha scelto il sacrificio estremo per il prossimo è un antidoto prezioso contro il cinismo. Salvo D'Acquisto ci ricorda che a volte basta un uomo solo, un ragazzo di ventitré anni, per cambiare il corso degli eventi e restituire dignità all'intera specie umana.

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