Un gesto che vale più delle parole: 280mila euro per il Ramazzini


Un gesto che vale più delle parole: 280mila euro per il Ramazzini
Chi dice che la generosità si è persa per strada, evidentemente non conosce bene i carpigiani. In questi giorni in cui siamo tutti presi dalle corse natalizie e dai bilanci di fine anno, qualcuno ha deciso di scrivere una pagina diversa: una donazione di 280mila euro all'Ospedale Ramazzini, rigorosamente anonima, rigorosamente silenziosa.

Il dono che non cerca applausi

C'è qualcosa di profondamente bello in un gesto che rifiuta i riflettori. Questo cittadino carpigiano – di cui non conosceremo mai il nome, per sua espressa volontà – ha scelto la strada più difficile: quella della generosità pura, senza foto, senza cerimonie, senza nemmeno un grazie pubblico da incorniciare. L'Ausl di Modena parla di "straordinaria generosità con discrezione e profondo senso civico", parole che oggi suonano quasi antiche in un mondo dove tutto deve essere condiviso, postato, applaudito. Invece no: c'è ancora chi fa il bene per il bene, punto e basta.

Cinque reparti, un solo cuore

La donazione non è stata un assegno in bianco, ma un investimento ponderato nella salute della nostra comunità. Cinque reparti dell'ospedale hanno ricevuto strumentazioni di ultima generazione che faranno la differenza nella vita quotidiana di medici e pazienti.

Rianimazione: quando ogni secondo conta

Il reparto del dottor Alessandro Pignatti ha ricevuto un tromboelastogramma, uno strumento che permette di valutare la coagulazione del sangue nei pazienti critici. Traducendo dal medichese: quando si lotta tra la vita e la morte, ogni parametro può fare la differenza.

Chirurgia: l'occhio che vede oltre

La Chirurgia Generale del dottor Michele Varoli si è arricchita di una colonna endoscopica. Per chi non mastica termini medici, è come avere un occhio elettronico che permette interventi sempre più precisi e meno invasivi.

Endoscopia: esplorare per curare

Il reparto del dottor Mauro Manno ha ricevuto un enteroscopio, che consente di "viaggiare" nell'intestino tenue per diagnosi e cure mirate. Un viaggio che può salvare vite, scoprendo quello che l'occhio nudo non potrebbe mai vedere.

Urologia: funzionalità al centro

L'ambulatorio del dottor Giuseppe De Luca, coordinato dal dottor Fabio Manferrari, ora dispone di un uroflussometro per valutare le funzioni urinarie. Può sembrare un dettaglio, ma chi ha avuto problemi in questo ambito sa quanto sia importante una diagnosi precisa.

Riabilitazione: tornare a vivere

Il reparto di Medicina Riabilitativa ha fatto incetta di strumentazioni: un tapis roulant, una pedana stabilometrica per l'equilibrio, strumenti per la mobilità degli arti e due lettini elettrici. Perché tornare a camminare, a stare in equilibrio, a muoversi dopo una malattia o un incidente, è tornare a vivere davvero.

Le parole di chi governa la sanità

Mattia Altini, che dal 1° febbraio 2025 è il nuovo Direttore Generale dell'Ausl di Modena, ha definito il gesto "un esempio di solidarietà silenziosa che rafforza il valore della sanità pubblica". Parole che pesano, soprattutto in un momento in cui il Sistema Sanitario Nazionale è sotto pressione da ogni lato. C'è da chiedersi: in quanti potrebbero permettersi una donazione simile? E soprattutto: in quanti la farebbero davvero, rinunciando pure alla gratitudine pubblica?

L'esempio che fa scuola

Questo gesto anonimo racconta molto di più di una semplice donazione. Racconta di un legame profondo con il territorio, di chi vede nell'ospedale non solo un servizio, ma un bene comune da custodire e far crescere. In tempi in cui la sanità pubblica viene spesso criticata, qualcuno ha deciso di rimboccarsi le maniche – o meglio, di aprire il portafogli – per renderla migliore. Senza chiedere nulla in cambio, se non che quelle strumentazioni servano davvero a chi ne ha bisogno. È l'esempio silenzioso di chi crede ancora che il benessere della comunità sia responsabilità di tutti, non solo delle istituzioni. E che a volte, la cosa più rivoluzionaria da fare è semplicemente aiutare, senza rumore, senza gloria, ma con il cuore pieno di speranza per il futuro della propria città.
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