Un gesto che vale una vita: la storia di Veronica e il suo dono prezioso


Un gesto che vale una vita: la storia di Veronica e il suo dono prezioso

A vent'anni si pensa al futuro, agli esami universitari, ai sogni da realizzare. Veronica Vezzani, studentessa di Novellara, ha pensato anche a qualcos'altro: salvare una vita. E l'ha fatto davvero, donando il proprio midollo osseo a uno sconosciuto che ne aveva disperato bisogno. La storia inizia tra i banchi del liceo artistico, nel 2023. "Erano venuti i rappresentanti dell'ADMO", racconta Veronica con quella semplicità che spesso nasconde i gesti più grandi. "Dopo la presentazione ci hanno chiesto se volessimo entrare nel registro donatori. Ho detto sì e ho dato il mio campione di saliva, senza pensarci troppo." Ma dietro quel "senza pensarci troppo" c'è una statistica che fa riflettere: la compatibilità genetica ha una probabilità di uno su centomila. È come vincere alla lotteria, solo che qui il premio lo riceve qualcun altro. E ad aprile di quest'anno, il telefono di Veronica ha squillato con la notizia più bella: era compatibile. "Mi sono recata in ospedale per la prima sessione informativa", spiega la giovane donatrice. "Mi hanno risposto a ogni domanda, mi hanno fatto tutti gli esami necessari - gratuiti, ovviamente - e mi hanno ripetuto mille volte che potevo tirarmi indietro in qualsiasi momento." Ma Veronica non ci ha mai pensato, nemmeno quando la data è slittata da luglio a settembre. Il giorno della donazione, l'emozione era tanta ma la paura poca. "Ero convinta della mia scelta", confida. "Non avevo timore di soffrire perché la procedura è poco invasiva. E quel briciolo di ansia se n'è andato in pochi minuti." Del ricevente sa solo due cose, come vuole la privacy che protegge entrambi: pesava molto più di lei ed era l'unico al mondo per cui lei fosse compatibile. "Questo mi ha motivato ancora di più", sorride Veronica. "È diventato il mio gemello genetico." A chi ha paura della procedura, la studentessa di Novellara risponde con la concretezza di chi l'ha vissuta: "Non c'è niente da temere. Ci sono due tipologie di prelievo e puoi scegliere. Prima di donare c'è un periodo di riflessione ed esami che ti preparano. Mi è stato ripetuto infinite volte: la loro priorità sei tu, entri nel registro sano e ne esci ugualmente." Il messaggio finale di Veronica è quello di chi ha capito il valore vero delle cose: "La donazione è anonima, volontaria e non retribuita. Non mi ha ripagata con soldi, ma con qualcosa di più grande: l'onore, la fierezza e la consapevolezza di aver fatto la differenza nella vita di qualcuno." Ventanni e già una lezione di vita per tutti noi. In un mondo che spesso sembra guardare solo al proprio ombelico, Veronica Vezzani ci ricorda che bastano pochi millilitri di saliva per entrare in una lista che può cambiare il destino di qualcuno. E forse, anche il proprio.

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