Un weekend di rinascita per Concordia: riapre l'antico oratorio dello Spino


Un weekend di rinascita per Concordia: riapre l'antico oratorio dello Spino

Domenica 2 novembre Concordia sulla Secchia vivrà una giornata speciale che profuma di rinascita e tradizione. Non è solo la Fiera d'Ognissanti a richiamare i visitatori nel borgo modenese, ma il ritorno alla vita di due luoghi del cuore che il sisma del 2012 aveva ferito profondamente: l'oratorio della Beata Vergine dello Spino e il campanile della chiesa parrocchiale. Alle 15 precise, monsignor Erio Castellucci, vescovo amministratore apostolico della Diocesi di Carpi, benedirà l'oratorio situato lungo la strada provinciale per Novi di Modena. Un momento che chiude un cerchio iniziato nel lontano 1830, quando Andrea Menozzi di Concordia avviò la costruzione di questo piccolo gioiello al posto di una modesta cappella. Ci vollero otto anni per completarlo, grazie anche al nipote Benedetto Panizza da Gonzaga, che nel 1838 lo fece benedire per la prima volta. La storia di questo oratorio è un romanzo fatto di dedizione e abbandono, di crolli e resurrezioni. Trent'anni dopo la sua inaugurazione, le condizioni rovinose costrinsero il nuovo proprietario, il dottor Gaetano Gavioli, a stipulare una convenzione con il curato della parrocchia di San Giovanni. Il patto era chiaro: l'amministrazione perpetua al parroco, in cambio dell'obbligo di ripararlo. E così fu: nel luglio 1868 l'oratorio rinacque per la seconda volta. Ma è alle 15.45 che Concordia si preparerà a vivere un'emozione unica. Nel campanile restaurato (ingresso da via Muratori 19), alla presenza della sindaca Marika Menozzi, risuoneranno le sei campane ricollocate lo scorso 22 ottobre. L'Associazione Campanari Modenesi eseguirà manualmente un concerto a distesa che riporterà la musica del bronzo in questo angolo di Emilia che per troppo tempo ha dovuto fare a meno del suo canto più antico. Il campanile ha una storia che attraversa i secoli. Costruito nel 1732 grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, ha visto passare guerre, incendi e terremoti. Nel 1707 si iniziò a ricostruire la chiesa parrocchiale distrutta dalla Guerra di successione spagnola, e undici anni dopo si completò l'opera. Ma è nel 1967 che il campanile visse il suo momento più drammatico: un grave incendio che richiese interventi tempestivi. I suoi 30 metri di altezza, strutturalmente indipendenti dalla chiesa, lo rendono una torre "libera" sui quattro lati, un simbolo che svetta solitario nel paesaggio della Bassa. Il cantiere post-sisma è stato un'opera di pazienza e competenza. Iniziato nel marzo 2023 per il campanile e nel marzo 2025 per l'oratorio, i lavori si sono conclusi rispettivamente in ottobre e maggio 2025, grazie ai contributi regionali del Piano delle Opere Pubbliche dell'Emilia-Romagna. La giornata si concluderà alle 16.30 con la visita di monsignor Castellucci al Municipio presso Palazzo Corbelli, anch'esso restaurato dopo il sisma e riaperto sabato 1° novembre. Un trittico di rinascite che testimonia come questa terra sappia sempre rialzarsi, pietra dopo pietra, campanata dopo campanata. L'architetto Sandra Losi, che dirige l'Ufficio Patrimonio Immobiliare della Diocesi di Carpi, distribuirà un opuscolo commemorativo che racconta nei dettagli questa doppia rinascita. Perché quando si riapre un oratorio e si fa suonare di nuovo un campanile, non si restaurano solo muri e bronzi: si ricuce il filo della memoria di una comunità che non ha mai smesso di credere nel domani.

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