Nel mondo della politica regionale, dove spesso i numeri diventano freddi elenchi di stanziamenti, la manovra di bilancio 2026-2028 dell'Emilia-Romagna porta con sé il sapore di una scommessa coraggiosa.
Michele de Pascale, il giovane presidente ravennate che ha conquistato la regione con il 56,77% dei voti appena un mese fa, insieme all'assessore al Bilancio
Davide Baruffi, ha presentato una strategia che vale
14 miliardi e 280 milioni di euro.
Il cuore pulsante: la sanità al centro
Non c'è da girarci intorno: quando si parla di bilancio regionale, la sanità è l'elefante nella stanza. E quest'elefante ha fame:
10,5 miliardi di euro, una cifra che fa girare la testa ma che racconta la storia di una regione che non vuole arretrare sui diritti fondamentali dei suoi cittadini. La novità più interessante? A partire da quest'anno, la Regione garantirà
200 milioni di euro strutturali di risorse proprie alla sanità. Una sorta di assicurazione sulla vita per il sistema sanitario regionale, proprio mentre Roma taglia i fondi con la disinvoltura di chi non deve poi spiegare ai cittadini perché gli ospedali vanno in sofferenza.
Una boccata d'ossigeno per le tasche dei carpigiani
Ma non di sola sanità vive l'uomo, e la manovra riserva una sorpresa che farà sorridere molte famiglie della nostra Carpi. Dal primo gennaio, chi guadagna
tra i 28 e i 50 mila euro vedrà scendere l'addizionale regionale Irpef
dall'1,70 all'1,55 per cento. Non è la rivoluzione fiscale del secolo, ma in tempi di bollette salate e spese che corrono, ogni centesimo in più in busta paga fa la differenza. E per il 2027 c'è già in programma un ulteriore taglio all'1,40 per cento. Una strategia a tappe che dimostra come, nonostante i
91,7 milioni di euro che Roma chiede come "contributo ai saldi della finanza pubblica" (un modo elegante per dire "taglio ai trasferimenti"), la Regione non intenda scaricare tutto sui cittadini.
Investimenti: quando serve coraggio per spendere
In un'Italia che sembra aver paura della propria ombra economica, con un PIL che galleggia sullo zero, l'Emilia-Romagna ha scelto la strada opposta. Dopo anni di virtuosa riduzione del debito, ora è tempo di
investire: da 300 a 360 milioni di euro nel triennio, con l'aggiunta di altri
156 milioni grazie a un accordo in Conferenza Stato-Regioni. Non si tratta di spendere a caso, ma di puntare su progetti strategici legati al
Patto per il Lavoro per il Clima, quella visione di sviluppo sostenibile che dovrebbe guidare l'Emilia-Romagna nei prossimi anni.
Il dissesto idrogeologico: una battaglia senza fine
Chi vive in Emilia-Romagna sa bene cosa significa convivere con fiumi capricciosi e terreni che non perdonano. Per questo, il
raddoppio dei fondi per il contrasto al dissesto idrogeologico, con
oltre 500 milioni di euro nel triennio, non è solo una voce di bilancio ma una necessità vitale. È la memoria delle alluvioni che ancora brucia, è la consapevolezza che il clima sta cambiando e che bisogna prepararsi, non solo piangersi addosso dopo ogni calamità.
Tra incertezze globali e certezze locali
De Pascale e
Baruffi non si nascondono dietro un dito: siamo in un momento complicato, con conflitti che si moltiplicano, tensioni geopolitiche e la minaccia dei dazi commerciali che aleggia sull'economia globale. Il Governo nazionale, ammettono senza giri di parole, "rinuncia alla crescita". Ma l'Emilia-Romagna ha scelto di remare contro questa rassegnazione, puntando su una manovra che vuole "sostenere la crescita dell'intero sistema regionale e garantire i diritti delle persone". È una scommessa, certo, ma è anche un atto di fiducia verso i propri cittadini e il proprio territorio. Una regione che, nonostante tutto, continua a credere che si possa fare meglio, si possa crescere e si possano mantenere le promesse fatte agli elettori. Resta da vedere se i conti torneranno davvero, ma intanto la direzione è chiara: non indietreggiare, non arrendersi, non smettere di investire nel futuro. La manovra ora passerà al vaglio delle Commissioni assembleari per approdare in Aula entro fine dicembre. Un passaggio cruciale che dirà se questa visione ambiziosa riuscirà a tradursi in realtà concreta per tutti noi.