Una nuova antenna a Carpi: servizio o fastidio?


Una nuova antenna a Carpi: servizio o fastidio?
Il Comune di Carpi ha dato il via libera a Iliad per piazzare una nuova antenna per la telefonia mobile in piazzale don Venturelli, proprio a ridosso della ferrovia. Una decisione che, come sempre quando si parla di queste "torri del progresso", divide tra chi ci vede un passo avanti nella copertura di rete e chi storce il naso pensando alle onde elettromagnetiche.

La delibera che fa discutere

La giunta comunale ha approvato nei giorni scorsi l'autorizzazione per questa nuova Stazione radio base (Srb), termine tecnico che suona più rassicurante di "antenna". Iliad, il gestore francese che negli ultimi anni ha conquistato quote di mercato con tariffe aggressive, aveva fatto richiesta di installazione per migliorare la copertura della zona. L'operazione non è gratuita per l'azienda: dovrà versare nelle casse comunali un canone annuo di 14mila euro, con possibilità di rivalutazione negli anni. La concessione durerà 9 anni, rinnovabili ogni 6 anni. Un piccolo tesoretto per il Comune, che però dovrà fare i conti con le inevitabili proteste di chi vive nei paraggi.

I residenti informati per lettera

L'amministrazione ha scelto la via della trasparenza, informando direttamente i cittadini residenti nell'area attraverso una lettera. Un gesto apprezzabile in tempi in cui spesso si viene a sapere dei cambiamenti nel proprio quartiere solo quando le ruspe sono già all'opera. La scelta del piazzale don Venturelli non è casuale: la posizione a ridosso della ferrovia permette di servire una zona strategica senza impattare direttamente sui centri abitati più densi. Una soluzione di compromesso che cerca di bilanciare esigenze tecnologiche e preoccupazioni dei cittadini.

Normativa e controlli: cosa dice la legge

Qui entra in gioco la burocrazia, che in questo caso fa da garante. Il Codice delle comunicazioni elettroniche del 2003 considera queste infrastrutture come opere di pubblica utilità, al pari dell'illuminazione pubblica o delle fognature. Un modo elegante per dire che, volenti o nolenti, sono necessarie per il funzionamento della società moderna. I limiti di sicurezza sono stringenti: ARPA e USL verificano che l'esposizione ai campi elettromagnetici rispetti i parametri di legge. Gli unici luoghi completamente "protetti" sono ospedali, scuole e strutture assistenziali, dove l'installazione è vietata a prescindere. Secondo le ricerche più recenti sulle tecnologie wireless, l'evoluzione verso sistemi più avanzati come il 5G promette paradossalmente una riduzione dell'esposizione per chi non utilizza direttamente i servizi mobili, grazie alle cosiddette "antenne intelligenti" che dirigono il segnale solo dove serve.

Il pragmatico verdetto carpigiano

Diciamoci la verità: tutti vogliamo il massimo della copertura sul nostro smartphone, ma nessuno vuole l'antenna sotto casa. È il classico dilemma moderno, quello che gli americani chiamano NIMBY (Not In My Back Yard - "non nel mio cortile"). Iliad ha giocato le sue carte bene, scegliendo una posizione strategica ma defilata, e il Comune ha incassato un canone non disprezzabile. I controlli ci sono, la normativa è chiara, e i cittadini sono stati avvisati. Nel 2024, con lo smart working, lo streaming e le videochiamate diventati routine quotidiana, negare la necessità di infrastrutture adeguate sarebbe come protestare contro l'acquedotto perché "rovina il paesaggio". Il progresso tecnologico va governato, non fermato. Resta da vedere se i carpigiani sapranno accogliere questa novità con la saggezza che da sempre li contraddistingue, o se piazzale don Venturelli diventerà teatro delle solite polemiche da social network. In fondo, anche questa è democrazia.
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