Via Roosevelt, il cantiere infinito: seconda variante e costi lievitati


Via Roosevelt, il cantiere infinito: seconda variante e costi lievitati

Un progetto che si complica strada facendo

Il cantiere di via Roosevelt continua a riservare sorprese ai carpigiani, e non sempre piacevoli. Quello che doveva essere un intervento di "desealing" - la rimozione dell'asfalto per favorire l'infiltrazione dell'acqua piovana - si è trasformato in un percorso a ostacoli che ha richiesto una seconda variante al progetto originario.

I numeri che fanno riflettere

Su un budget complessivo di 517mila euro (IVA inclusa), di cui 327mila euro provenienti da contributi ministeriali, restano ancora 119mila euro nelle casse comunali per completare l'operazione. Risorse che serviranno a finanziare quest'ultima variante, con la speranza - e qui permettetemi un sorriso amaro - che sia davvero l'ultima. I lavori dovrebbero concludersi entro il 12 dicembre, almeno per la parte stradale. Le piantumazioni, invece, dovranno attendere tempi migliori.

Quando la terra nasconde i suoi segreti

L'architetto Fausto Bisi, direttore dei lavori, nella sua relazione tecnica spiega che questa seconda variante è un intervento completamente distinto dal progetto originario del "rain garden" - il "giardino della pioggia" destinato a controllare l'infiltrazione dell'acqua. Il problema? Scavando si è scoperto che i due lati della strada hanno una composizione stratigrafica completamente diversa. Sul lato Ovest è stata necessaria la formazione ex novo della fondazione stradale, mentre sul lato Est si è dovuto procedere al rifacimento completo.

Quando i cordoli non vogliono saperne di essere rimossi

Ma i veri grattacapi sono arrivati con la rimozione dei cordoli carrabili già installati con la prima variante nel tratto tra via Lago di Bracciano e via Martiri di Fossoli. Questi elementi, evidentemente più testardi dei carpigiani in fila al mercato, si sono rivelati impossibili da recuperare.

Il terreno granuloso che complica tutto

Nei pressi dell'incrocio con via Lago d'Idro, poi, la natura granulosa del terreno ha reso necessario l'utilizzo di pali di castagno infissi a maggiore profondità. Una soluzione che ha comportato l'adeguamento dell'altezza dei muretti perimetrali delle vasche destinate al rain garden.

La speranza dell'ultima volta

Questa è la seconda perizia di variante per il discusso cantiere di via Roosevelt. I cittadini carpigiani, che hanno già dato prova di notevole pazienza, sperano che sia davvero l'ultima. Perché se è vero che sotto la superficie di Carpi si nascondono sorprese geologiche, è altrettanto vero che la pazienza dei residenti ha dei limiti ben definiti. Nel frattempo, mentre aspettiamo che il 12 dicembre arrivi e porti con sé la fine dei lavori stradali, via Roosevelt continua a essere il simbolo di come un progetto apparentemente semplice possa trasformarsi in un'avventura ricca di imprevisti. Una lezione che dovrebbe far riflettere su quanto sia importante conoscere bene il terreno su cui si lavora, prima di iniziare a scavare.
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