Violenza tra giovani nel cuore di Carpi: quando il centro storico non è più sicuro


Violenza tra giovani nel cuore di Carpi: quando il centro storico non è più sicuro

Il Duomo di Carpi, testimone silenzioso di secoli di storia, sabato sera ha assistito a una scena che fa riflettere. Una ragazzina di terza media, insieme alle sue amiche, stava trascorrendo una serata come tante nel centro storico quando è stata aggredita da una coetanea sconosciuta. La dinamica, raccontata dalla madre alla Gazzetta, è di una semplicità disarmante quanto preoccupante. Erano le 21:50 quando una giovane si è avvicinata al gruppetto con l'accusa: "Mi stavi guardando". Una frase che suona come l'eco di tanti episodi di violenza giovanile che leggiamo nelle cronache nazionali, ma che stavolta è arrivata fino a noi, nel cuore della nostra città. La ragazza aggredita ha negato, le amiche hanno confermato la sua versione, e il gruppo si è allontanato. Ma non è finita lì. L'aggressore le ha seguite e, alle spalle, ha sferrato uno schiaffo violento che ha fatto cadere a terra la vittima. Un gesto vigliacco che ha spinto le amiche a cercare aiuto tra gli adulti presenti, dimostrando almeno che il senso civico non è del tutto perduto tra i giovani. La famiglia della vittima ha scelto di non presentare denuncia formale, sostenendo di non avere elementi sufficienti per identificare l'aggressore. Una decisione comprensibile ma che lascia l'amaro in bocca, soprattutto considerando che, secondo le testimonianze delle amiche, questa non sarebbe la prima volta che la giovane aggressore si rende protagonista di episodi simili. Viene da chiedersi: dove erano gli adulti? Come è possibile che una ragazzina si senta autorizzata a usare violenza per un presunto sguardo? E soprattutto, cosa stiamo insegnando ai nostri figli se episodi del genere si ripetono senza conseguenze? Il centro storico di Carpi dovrebbe essere un luogo di incontro e socializzazione sicuro per tutti, giovani compresi. Questo episodio ci ricorda che la sicurezza non è solo una questione di telecamere o pattuglie, ma anche di educazione e responsabilità condivisa tra famiglie, scuole e comunità.

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